GROSSETO. La notte di San Silvestro è una notte speciale. Una notte catartica dove il pensiero di ognuno è quello di lasciarsi i brutti ricordi e le sventure dell’anno appena passato alle spalle, nella speranza che quello che verrà riservi successi, gioie e serenità.
Se c’è una notte, quindi, dove la scaramanzia vince su tutto, quella sarà proprio la notte di Capodanno. E quale è la tradizione scaramantica più famosa per la notte più lunga dell’anno, se non quella di mangiare le lenticchie allo scoccare della mezzanotte?
Perché se è vero che chi mangia lenticchie a Capodanno, avrà fortuna e tanti soldi tutto l’anno, nessuno vuol certo sfidare la sorte e non piegarsi al mito. Ecco allora che nelle tavolate imbandite dei cenoni dell’ultima notte dell’anno, dopo numerosi antipasti, almeno due primi e succulenti secondi e contorni, trovano spazio cotechino e lenticchie.
La leggenda che lega le lenticchie ad un futuro di buone finanze, oltre alla loro forma e al rumore che fanno quando ancora crude vengono versate in pentola, ha origini antichissime: oltre ad essere citate addirittura nella Bibbia, risale all’epoca romana la tradizione di regalare un borsellino dal nome “scarsella” colmo di lenticchie, con l’augurio che i legumi potessero trasformarsi in denaro durante l’arco dell’anno.
Una tradizione che è arrivata fino a noi
L’usanza di servire lenticchie per l’ultima notte dell’anno è arrivata fino ai giorni nostri e richiama proprio queste antiche tradizioni, con la speranza di vedere tramutare quel piatto in denaro.
Le leggende, si sa, sono solo leggende, storie insolite, inverosimili, fantasiose. Nessun piatto di lenticchie si è mai trasformato in una montagna di soldi, ma dato che sognare non costa nulla, ci raccomandiamo: lasciate un posticino per le lenticchie, sia mai che poi succeda davvero.
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-12-31 09:36:37 da Elisa Bartalucci
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