L’inchiesta di Report si abbatte sulla sanità ligure: reazioni e polemiche

L’inchiesta di Report si abbatte sulla sanità ligure: reazioni e polemiche


Liguria. L’ultima puntata della trasmissione televisiva Report ha dedicato ampio spazio ad una inchiesta dedicata alla sanità ligure, con numeri, interviste e prospettive. Un lavoro che ha aperto una discussione (mai chiusa, in realtà) su tutto il comparto, con varie reazioni da parte del mondo politico ligure.

“Il silenzio è quello che dovrebbero fare i consiglieri 5 Stelle Fabio Tosi e Paolo Ugolini, e l’europarlamentare Pd Brando Benifei, per evitare figuracce. Parlano ancora una volta senza sapere le cose e sostengono che la Regione Liguria sarebbe stata in silenzio di fronte alle accuse mosse dall’ultima puntata di Report”. Non si è fatta attendere la risposta della lista Toti alle parole delle minoranze in Regione sull’inchiesta della trasmissione di Rai3.

“Non sanno (ma non fanno silenzio) gli esponenti dell’opposizione, che alla redazione è stata resa un’intervista di oltre due ore, ridotta questa sì al silenzio, ma dai tagli dei servizi. Non sanno (ma non fanno silenzio) che se ci sono stati governi che hanno tagliato fondi alla Sanità pubblica sono stati gli ultimi governi di centrosinistra e quelli a guida Giuseppe Conte. Nella scorsa finanziaria, il centrodestra ha aumentato di 2 miliardi gli stanziamenti e in questa ne sono stati annunciati ulteriori 3, forse 3,5 in più”.

“Non sanno (ma non fanno silenzio) che a proposito dei punti nascita, il governo sulla base di precedenti norme di legge, chiedeva che in Liguria fossero solo 8 e che la Regione è riuscita a portarli a 9. Il fatto che, a prescindere dalla quantità di punti nascita presenti, continuerebbero a verificarsi parti in urgenza o a casa, lo confermano quasi quotidianamente le cronache di tutta Italia”.

E ancora: “Non sanno (ma non fanno silenzio) che i punti di primo intervento sono strutture che devono sorgere solo laddove non esistono, a distanze ragionevoli, pronto soccorso meglio attrezzati e quindi più sicuri per la tutela degli stessi pazienti”.

Non sanno (ma non fanno silenzio) che la morte della donna citata da Report non è in alcun modo legata alla presenza o meno del Punto di Primo Intervento a Bordighera. E solo le indagini in corso della magistratura potranno accertare o meno se esiste un nesso di causalità tra il suo decesso e l’attività dei medici che l’hanno visitata e presa in cura”.

“Non sanno (ma non fanno silenzio) che le liste d’attesa sono sì un problema, ma che lo sono a livello nazionale e che Regione Liguria sta mettendo in campo tutte le azioni possibili per abbattere i tempi, investendo lo scorso anno 13 milioni e quest’anno ulteriori 10 milioni. Tutto questo ha consentito di incrementare l’offerta delle visite del 17% rispetto al 2019 e cioè al periodo pre-Covid”.

“Non sanno (o forse sì, ma comunque non fanno silenzio) che la redazione di Report, nonostante ne fosse informata, ha citato il dato della Corte dei Conti che vedrebbe la Liguria all’ultimo posto per recupero delle attese, ma che è un dato parziale, che è stato segnalato alla stessa Corte e quindi integrato. Ma questa ricostruzione della realtà, ovviamente, non faceva gioco ed è stata omessa”.

“Se c’è stato silenzio, non è certo stato quello della Regione Liguria. Pentastellati e dem peraltro hanno poco da fare gli innocenti tacendo su quanto hanno lasciato in eredità alla sanità ligure con i loro governi a livello nazionale e regionale. Il loro è piuttosto il silenzio degli indecenti. Indecenti ancor più quando, come nel caso dei consiglieri 5 Stelle, sottintendono che sono seri solo i giornalisti di Report perché capaci di costruire una trasmissione contro la sanità ligure senza un reale contraddittorio” conclude il gruppo di maggioranza in Regione.

Ma l’affondo sulla sanità regionale non si ferma: “Quanto raccontato nella trasmissione Report, andata in onda su Rai 3, evidenzia e conferma quello che da tempo come Partito Democratico denunciamo nelle sedi istituzionali e sui territori – afferma il segretario del PD Liguria Davide Natale -: la sanità ligure è al collasso. È al collasso perché manca il personale; le attrezzature e le strutture sono in molti casi fatiscenti, lo dimostra la situazione in cui versa l’ospedale Sant’Andrea di La Spezia, ma anche il San Martino di Genova, che ha subito diversi allagamenti e blackout”.

“Toti dovrebbe dedicare ogni giorno mezz’ora della sua giornata per chiedere scusa ai cittadini liguri per i disservizi che sono costretti a subire. A Levante manca l’elisoccorso, a Ponente il Pronto soccorso sostituito da un punto di primo intervento e in tutta la Regione è diventato quasi impossibile curarsi, se non rivolgendosi al privato. Questo accentua le diseguaglianze tra chi si può curare e chi invece non ha le risorse economiche per farlo. Ogni giorno decine di cittadini si rivolgono a noi per raccontare la loro disperazione. La disperazione di chi non riesce a curare sé stesso, i propri figli e assistere i propri genitori. Situazione di malfunzionamento denunciata sempre più anche da chi lavora nelle strutture sanitarie pubbliche, ormai stanchi di una situazione insostenibile”.

“Tutto questo rende la sanità ligure sempre meno attrattiva, come dimostrano i concorsi messi a bando, i cui posti non vengono neanche coperti perché i professionisti preferiscono andare in ospedali all’avanguardia dove possono esprimere al meglio le loro potenzialità. Si scaricano le responsabilità su Asl e Alisa, quando invece manca completamente una regia da parte della Giunta su come deve davvero funzionare il sistema sanitario pubblico”.

“Da anni assistiamo ad annunci di nuove inaugurazioni, foto di posa di prime pietre, ma gli ospedali sono sempre gli stessi e sempre più in difficoltà. Si annunciano partenariati con i privati, che nei fatti metteranno le Asl in difficoltà al punto che, per pagare il privato che gestirà l’ospedale, non avranno risorse sufficienti per garantire e offrire servizi. Le risorse per l’edilizia sanitaria ci sarebbero, invece di far uscire i privati dagli ospedali, vengono usati per far uscire la Regione dai finanziamenti, caso emblematico il Felettino. Credo che questo sia un campanello di allarme da Levante a Ponente. Invece di chiedere il silenzio dei consiglieri regionali di opposizione, Toti e la sua Giunta dovrebbero chiedere scusa ai cittadini liguri e vergognarsi di quello che stanno facendo alla sanità pubblica in Liguria” conclude il segretario del Partito Democratico ligure Davide Natale.

La deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio commentando la manovra di bilancio e dopo la trasmissione di Report sulla sanità ligure aggiunge: “La manovra di bilancio è insufficiente e inadeguata: senza misure strutturali per affrontare il caro vita e per sostenere scuola, trasporto pubblico e sanità. In particolare nella manovra di bilancio non sono previste misure puntuali e capitoli di spesa adeguati per sostenere la sanità pubblica. L’incremento di soli tre miliardi della spesa sanitaria, previsto in manovra di bilancio, è totalmente insufficiente e inadeguato a garantire nuove assunzioni e ridurre le liste d’attesa”.

“Il rapporto tra spesa sanitaria e Pil ci colloca in coda rispetto agli altri Paesi europei e, dallo scorso anno, è un rapporto in progressiva riduzione. Ieri la trasmissione Report ha reso tangibile quello che in Liguria il Partito Democratico evidenzia da tempo e in modo puntuale nelle sedi istituzionali e sui territori. Liste di attesa di oltre un anno per la prenotazione di esami medici e visite specialistiche; privatizzazione di strutture ospedaliere pubbliche per oltre il 20 %; chiusura di servizi di pronto soccorso; ospedali sottoutilizzati; sottovalutazione dei costi delle case di comunità previste dal PNRR e in alcuni casi, la loro sovrapposizione con strutture già esistenti”.

“Soprattutto è emersa l’assenza di una pianificazione organizzativa e previsione pluriennale di incremento di personale per consentire il funzionamento delle nuove strutture e per sopperire alla carenza di personale medico sanitario che determina disfunzioni e attese non più sopportabili dai cittadini liguri. Ho impostato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute per chiedere se è a conoscenza di queste gravi disfunzioni e carenze nel sistema sanitario ligure e come intende intervenire per garantire ai cittadini e alle cittadine liguri, oltre il 5 % dei quali ha rinunciato a curarsi, il diritto costituzionale di una sanità universale che garantisca a tutti la cura” conclude la deputata Dem.

E anche il M5s risponde alle dichiarazioni della lista Toti: “Fiumi di parole in malafede dalla Lista Toti Liguria per replicare al nostro comunicato di questa mattina. La retorica scelta per attaccarci (e ce lo aspettavamo) non solo denota una scarsa conoscenza della materia cinefila e si attorciglia su sé stessa con le solite lagnanze al limite del disco rotto, ma consegna anche al pubblico che legge la classica arrampicata sugli specchi – dichiarano i pentastellati del M5S Liguria Fabio Tosi e Paolo Ugolini -. Sappiamo fin troppo bene in quali condizioni si trovi la sanità ligure e Report ha semplicemente messo il dito in una piaga infettata dalla politica sbagliata di una destra che privatizzerebbe anche il privato. Ed è una piaga nota a noi ma prima ancora ai liguri, che per farsi curare devono o aspettare mesi, se non anni; o intasare le liste d’attesa delle regioni confinanti; o rivolgersi ai privati”.

“Detto ciò, rispediamo al mittente le balle spaziali della Lista Toti e lo facciamo ricordando loro un paio di dati facili facili. E cioè: prima della pandemia (governo Conte 1, 2019), la spesa sanitaria in rapporto al Pil misurava il 6,4%; l’anno successivo, con l’arrivo del Covid, il governo Conte 2 l’ha alzata al 7,4%. Nel 2022, con la sua prima legge di Bilancio, il governo Meloni ha tagliato le risorse, portandole per il 2023 al 6,6%. Nella Nadef, poi, ha previsto ulteriori tagli per i prossimi anni: nel 2024, si arriverà al 6,2%, quindi sotto il livello pre-pandemia”.

“L’accusa ai governi Conte, dunque, si scioglie come neve al sole d’agosto. Ma d’altronde… gli arancioni e compagnia cantante dicono da sempre cose irricevibili, e fanno peraltro il paio con le parole della Meloni oggi in conferenza stampa sulle risorse destinate alla Sanità in Manovra. Ben vengano i tre miliardi in più per le liste d’attesa, sebbene non siano lontanamente sufficienti. Quanto al finanziamento del Fondo sanitario nazionale, duole ricordare che la spesa sanitaria sale ogni anno, ma lo stesso fanno spese e costo della vita. È dunque inutile tenere conto della spesa lineare, a questo serve il parametro della spesa in rapporto al Pil. Per raggiungere il livello della media europea, garantito dal Movimento 5 Stelle nel 2021, quindi già dopo il rimbalzo del Pil, a questo Governo mancano circa 20 miliardi, altro che 15 miliardi in più! È gravissimo che la destra al Governo parli di “giochino” del Pil, perché qui l’unica a fare giochetti è la destra e li fa sulla pelle dei cittadini e del loro diritto alla salute”.

“La delicata gestione di questo diritto sancito dalla Costituzione, la destra ligure l’ha ereditato ormai otto anni fa. E in quasi due mandati, non è stata capace di incidere. Dunque, il vecchio giochino di dare le colpe “a quelli che c’erano prima” è ormai irricevibile oltre che stucchevole” concludono.




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