Arriva a cavallo di una scopa, sfrecciando nel cielo in una notte d’inverno. Fa tappa in ogni casa per riempire le calze di dolci o carbone. Un personaggio molto amato nonostante il grottesco aspetto da strega. Se ancora non lo avete capito, stiamo parlando della Befana.
L’anziana signora che porta doni ai bambini è legata alla solennità dell’Epifania. Secondo un’antica narrazione avrebbe incontrato i Magi, rifiutandosi di andare con loro a cercare Gesù. Salvo poi pentirsene. Per questo si mise in viaggio con un cesto di dolci alla ricerca dei Magi. Non trovandoli, decise di bussare a ogni porta lungo il cammino, offrendo doni ai bambini, nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
Non è stato facile, ma, alla fine, siamo riusciti ad intervistare in esclusiva la Befana prima del suo viaggio intorno al mondo. E allora mettiamoci a cavalcioni della scopa e proviamo a farci guidare da lei in un percorso alla scoperta della sua storia.
Quanto è importante la tradizione di portare doni per l’Epifania?
«Le tradizioni sono importanti e significative. In un mondo così globalizzato potrebbero sembrare superate, ma non è così. Sono dell’idea che per andare lontano bisogna avere radici forti e ben piantate».
Nell’epoca degli smartphone, i bambini sono ancora attratti dalla Befana?
«Il progresso è utile e necessario quindi non va fermato. I bambini di oggi, anche se sono più smart, si appassionano ancora ai giochi di una volta. Hanno il desiderio di ascoltare e prestano molta attenzione alle storie della tradizione».
Di che cosa pensa che abbiano più bisogno i bambini, oltre ai suoi graditi giochi?
«Hanno bisogno di tanto affetto e dedizione, coccole e attenzione, parole e sorrisi, canzoni e allegria».
Vede differenze tra i bambini di ieri e quelli di oggi?
«Certo. Purtroppo, oggi i genitori non insegnano più ai loro figli il valore delle cose e di come saper aspettare per avere quello che desiderano. Vogliono sempre tutto subito e magari dopo due secondi passano oltre, perché non hanno più alcun interesse per quello che hanno ricevuto. Mi dispiace per loro, perché hanno perso il gusto dell’attesa e il piacere di ricevere un oggetto tanto desiderato e per questo amato e ricordato quando saranno grandi. Una volta, i bambini avevano desideri semplici e sapevano accettare anche il carbone con gioia, perché sapevano che sarebbe servito in casa».
Cosa vorrebbe dire ai bambini che leggeranno questa intervista?
«Di godersi il loro momento di essere bambini. Una volta passato non tornerà più, come i ricordi legati alla loro infanzia. È importante avere dei ricordi per quando si sarà grandi».
Visto che l’Epifania si festeggia il 6 di gennaio, ovvero all’inizio del nuovo anno, cosa augura alle famiglie per questo 2025?
«Auguro prima di tutto la salute che è la cosa principale. Poi l’armonia, perché senza condivisione in famiglia è difficile andare avanti. Auspico per tutti che la società possa migliorare. Infine, se potessi, nelle calze delle persone che sono in difficoltà e in grave sofferenza, metterei sicuramente un lavoro».
Invece che cosa desidera la Befana?
«Lasciare una speranza a chi una casa non ce l’ha, a tutti quei bambini che hanno le famiglie in difficoltà, perché non hanno lavoro, perché stanno scappando dalla guerra o dalla carestia. Ora devo andare, manca poco tempo alla partenza. Scrivi pure che non mi dimenticherò di nessuno, ovunque ci sia una casa con un bimbo ad aspettarmi io passerò. Ciao, ti ringrazio che sei venuta a incontrarmi, raccomando alle persone grandi di leggere quello che hai scritto per me ai bambini».
A questo punto si alza dalla sedia, faccio per salutarla con la mano, ma come per incanto la Befana è sparita davanti a me. La vedo già sulla scopa che è partita a razzo su nel cielo stellato…
Epifania: storia, leggenda e tradizioni della festa… che chiude le feste
Come ogni anno il 6 gennaio si celebra l’Epifania, festa della tradizione cristiana che si intreccia alla storia della Befana, comunemente rappresentata come un’anziana con il naso lungo e il mento aguzzo che viaggia di notte sospesa nel cielo a bordo della sua inseparabile scopa. Questa è la sua vera storia.
Salendo a bordo della scopa guidata dalla vecchia Befana possiamo fare un viaggio a ritroso nel tempo per scoprirne di più sull’origine di queste tradizioni. Prima tappa del nostro percorso è nel Medioevo. Siamo nel XII secolo quando incontriamo una leggenda che racconta di un aneddoto legato ai Magi. Intenti a cercare la culla di Betlemme i tre Re avrebbero bussato alla porta di un’anziana signora per chiedere informazioni circa la strada. La donna titubante non seppe dare una chiara risposta, così che i Magi la invitarono ad accompagnarli in questa Sacra avventura. La vecchia rifiutò, ma subito se ne pentì e per questo si mise sulle loro tracce senza però riuscire a trovarli. Durante il suo cammino l’anziana signora si fermava in tutte le case dove ci fosse un bambino, sperando si trattasse del piccolo Gesù. In cambio della fugace visita lasciava in dono dolcetti che lei stessa aveva preparato con le sue mani. Nasce così nell’immaginario collettivo la Befana.
La Befana è un personaggio fantastico la cui tradizione è solo italiana. Si tratta di una vecchina dall’aspetto bonario che, a cavallo di una scopa, vola di casa in casa per portare doni ai bimbi che sono stati buoni, mentre a chi è stato capriccioso porta solo cenere e carbone. Un tempo questi doni erano rappresentati da piccoli dolcetti o frutta candita, ma oggi vengono regalati oltre a caramelle e cioccolatini anche giocattoli e libri.
I negozi oggi sono invasi, già con un certo anticipo, dalle colorate calze della Befana. Eppure: «La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…». Così recitano i primi versi della celebre filastrocca. Non calze, ma scarpe. Un tempo messe fuori dall’uscio come ricambio offerto alla Befana che per l’appunto viaggiava spesso con “scarpe tutte rotte” a causa del lungo vagabondare. Nel tempo poi alle scarpe si affiancarono i lunghi calzettoni, parte integrante del vestito della Befana. Da riempire di dolci se i bambini sono stati buoni o viceversa di carbone, alcuni tratti della sua storia trovano similitudini con la festa di Santa Lucia e di San Nicola. Calze a parte, la Befana non ha certamente una mise invidiabile! Lunghi gonnelloni rattoppati per ripararsi dal freddo sopra i quali fa capolino un grembiule, forse a ricordare il suo dilettarsi nella preparazione di dolci trasportati in sacche o gerle. Sulle spalle uno scialle e in testa un fazzolettone. Infine la scopa. La Befana la cavalca al contrario, ovvero con le ramaglie in saggina davanti a sé.
Le rappresentazioni più moderne della Befana la ritraggono spesso più simile ad una strega. Così è in molte pubblicità dove compaiono cappelli a punta, mantelli, stivali e scope cavalcate con setole al seguito. Abbiamo già capito che questa nuova immagine della Befana non ha niente a che fare con l’originale abito. Da dove nasce allora questa confusione? Va detto che la Befana non ha nulla di religioso. Compare infatti, ben prima del Medioevo, una figura che in epoca pagana era protagonista di quei riti propiziatori legati all’agricoltura. Da nord a sud l’Italia credeva che durante le dodici notti successive al solstizio d’inverno, delle figure femminili volassero sui campi per favorirne la fertilità.
Con il Cristianesimo l’immagine di una donna che vola a bordo di una scopa fu subito associata a un atto di stregoneria e quindi condannato. Solo in un momento più maturo, il Cattolicesimo accettò questa antica tradizione associandola, nel XII secolo, alla leggenda dei Magi. La Befana non è certo una modella e infatti tra naso e mento le sue sembianze sono simili proprio a quelle di una vecchia strega. Questo perché il suo aspetto anziano e un po’ bruttino rappresentava la raffigurazione dell’anno passato che porta con sé tutte le sue pene. Per questo motivo in alcune zone d’Italia il fantoccio della Befana viene bruciato, come figura sacrificale così intesa dalla religione. Da qui deriva il motivo del carbone quale rimasuglio delle ceneri del falò.
L’articolo L’incredibile intervista alla vecchietta che ogni 6 gennaio riempie le calze dei bambini – Savonanews.it
www.savonanews.it è stato pubblicato il 2025-01-05 08:38:00 da Silvia Gullino
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