GROSSETO. Quella di Antonio Briganti è una storia al limite della fantascienza, quella reale, concreta, un racconto che sfiora la fantasia, anzi ci si nutre.
Perché Antonio, di Grosseto, è uno degli ingegneri che sta lavorando alla realizzazione della città che non c’è, quella che ospiterà i Giochi invernali asiatici del 2029 in Arabia Saudita.
Dopo le scuole medie Antonio frequenta il liceo scientifico Guglielmo Marconi di Grosseto, la città dove è nato. Quindi prende la strada per il Politecnico di Milano dove il 19 dicembre 2023 discute la laurea in ingegneria edile.
Resta nel capoluogo lombardo trovando posto alla Webuild S.p.a, un gruppo multinazionale italiano attivo in oltre 50 paesi, che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria civile, vale a dire dighe, impianti idroelettrici, ferrovie e metropolitane. Un colosso i cui ricavi hanno toccato i 10 miliardi di euro con un incremento di 12mila assunzioni nel 2023. Antonio entra in quel mondo, si addentra nel tessuto di quel mondo, capisce, cresce.
La città dei giochi invernali
Nel gennaio del 2024 la Webuild chiude un contratto da 4,7 miliardi di dollari, che prevede la realizzazione del lago d’acqua dolce di Trojena, lungo 2,7 chilometri, profondo 110 metri, e “The Bow” (l’Arco), un edificio definito una “meraviglia architettonica” che comprende anche un hotel con vista sulla valle.
Per formare il lago saranno costruite tre dighe che alimenteranno l’invaso che finisce con una “prua” a strapiombo sulla vallata sottostante dove ci sarà un hotel di lusso, un’area residenziale e varie strutture ricettive. Un progetto straordinario denominato Neom, nome che deriva da due parole: la prima parte arriva dal prefisso greco per “nuovo”, mentre la M è un riferimento a Mustaqbal, parola araba che significa “futuro”, oltre ad essere l’iniziale del nome del principe ereditario, Mohammed bin Salman, 39 anni, a cui si deve l’idea di ospitare i Giochi invernali asiatici del 2029. Una ispirazione da 461 miliardi di dollari. Ad Antonio viene chiesto di andare nel futuro.
«Una scelta giusta»
«Non ho avuto nessuna incertezza, ho accettato con slancio e molta, molta curiosità – confessa seduto in un bar di Grosseto – ho voluto fare il salto, superare ogni timore. E ho scelto bene». Nessuna traccia di superbia, occhi curiosi, espressione rilassata, voglia di parlare del suo lavoro.
«Il nostro campo base è a 1400 metri dal mare, il sito che nascerà sarà a quota 1700, intorno le montagne raggiungono anche i 2400. Quando sono arrivato mi sono trovato nel nulla di una natura incontaminata, i dromedari camminavano tranquilli, la poca gente ci guardava con sorpresa cercando di capire cosa succedeva. Ho conosciuto uomini di tutte le nazionalità con cui sono entrato prontamente in sintonia. Viviamo dentro prefabbricati confortevoli – continua Antonio – completi di mensa, sale giochi, internet. Si lavora 6 giorni su 7, il riposo è il venerdì, si opera dalle 8 alle 10 ore al giorno. Di notte la temperatura scende a 2 gradi, di giorno si toccano quasi i 20. Possiamo contare su un campo di calcio, pallacanestro. La città più vicina è Tabuk, dove sorge l’aeroporto regionale, distante 200 chilometri circa da Duba, sulle rive del mar Rosso, che dista altri 200 chilometri da dove lavoriamo».
Un progetto incredibile
Un sorso di caffè e Antonio riprende: «È da Duba che pompiamo l’acqua salata portandola in alto dove viene desalinizzata per poi andare a riempire il lago e servire per sparare la neve artificiale sulle piste. Un percorso costellato di pompe, tubi, tecnologia magnifica. Anche le dighe che circondano l’invaso sono sbalorditive con quella inclinazione di 50 gradi che danno l’impressione di una prua navale. Abbiamo superato mille problemi tecnici, usato materiali incredibili insieme a calcoli fantastici. Una ricchezza immensa per il mio futuro, la mia conoscenza ingegneristica».
«Trojena sarà fantastica»
«Non c’è solo da pensare alla diga – continua – intorno al lago sorgeranno tunnel, viadotti, le strade che dovranno raggiungere il sito di Trojena, la città che ancora non esiste, ma sarà vivibile per il 2029. Non posso nascondere l’orgoglio di essere un ingranaggio di questo sogno immenso. Grosseto è lontano ma ogni tre mesi posso raggiungerlo ritrovando la famiglia, gli amici, l’atmosfera della Maremma. Dopo il Natale tornerò tra quelle montagne, i dromedari, i colleghi, continuando un lavoro immane, che , giorno dopo giorno, mi sommerge. Come il lago».
Prima di partire per l’Arabia qualche ora da trascorrere con Federica, ingegnere dei materiali, assunta dalla Brembo di Bergamo, un altro impero italiano di tecnologia assoluta.
I nostri giovani vanno semplicemente applauditi.
www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-12-30 07:10:49 da Giancarlo Mallarini
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