Lo sbarco a Roccella e l’ordine ai migranti: «Non dite chi è il cap…


Vere e proprie istruzioni per affrontare al meglio la traversata e assicurarsi di non essere scoperti e arrestati una volta arrivati a destinazione. I viaggi, con migranti a bordo di barche a vela che partivano dalla Turchia con destinazione Calabria e Sicilia, erano studiati nei minimi dettagli dalla rete criminale smantellata dalle indagini che hanno portato all’operazione “El Rais” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, condotta dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Siracusa, in sinergia con l’agenzia Europol, Eurojust, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e l’unità Human trafficking and smuggling of migrants di Interpol. L’organizzazione era volta al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed era capace di gestire numerosi sbarchi anche contemporaneamente, con il supporto di diverse figure. La struttura gerarchica – hanno dimostrato le indagini – era ben delineata e aveva al vertice: Khodir Assad Ali Gomaa, alias Abu Sufyen, capo promotore dell’intera associazione; il nipote e braccio destro del capo, Khodir Ali Mohamed Ali, che si occupava di reclutare skipper e coordinare gli altri sodali ed Eshra Sarwat Akasha Mohamed, titolare di un’agenzia immobiliare con sede a Istanbul, che provvedeva a fornire all’associazioni le safe house necessarie a far soggiornare skipper e migranti in attesa del viaggio, oltre che a mettere a disposizione il proprio ufficio come base logistica del sodalizio. 

Le istruzioni di viaggio

I migranti viaggiavano su barche a vela, venivano fatti imbarcare in Turchia, dalle città di Izmir, Bodrum e Marmaris e attraverso la rotta del Mediterraneo orientale venivano fatti sbarcare sulle coste calabresi, a Crotone e Roccella Jonica, siciliane, ad Augusta e Portopalo di Capo Passero, e sulle coste della Grecia. Numerosi gli episodi avvenuti dal 2021 sino alla fine dei 2023.
In relazione a uno sbarco che avviene a Roccella Jonica il 29 ottobre 2023 emergono istruzioni ben precise che uno dei sodali della rete criminale aveva impartito allo skipper assoldato per condurre l’imbarcazione con 79 migranti a bordo dalla Turchia e sul comportamento che avrebbe dovuto assumere nei confronti dei migranti. Bisognava «trattarli bene», per evitare che una volta sbarcati parlassero con le autorità: «Quando ti comporti bene così, anche loro si comportano bene con te». Le istruzioni riguardano anche quello che i migranti stessi avrebbero dovuto fare una volta sbarcati e interrogati. L’uomo legato alla rete criminale dice espressamente allo skipper che i passeggeri non avrebbero dovuto parlare con la polizia che come prima cosa, dopo le operazioni di soccorso, avrebbe chiesto loro di indicare il nome del capitano. Dovevano «essere istruiti» sul fatto che non dovevano indicarlo. E infine da parte dell’uomo, allo skipper le rassicurazioni sul fatto che l’organizzazione gli avrebbe affiancato un “aiutante” per coadiuvarlo durante il viaggio: «Sarà capace di capire i macchinari. Andrà tutto bene».

LEGGI ANCHE:

La rotta Turchia-Calabria e i viaggi che fruttavano «700mila euro» a sbarco: la base logistica era un «ufficio di mafia»

Lo skipper egiziano in contatto con la rete criminale per lo sbarco a Roccella che vede a processo Marjan Jamali e Amir Babai

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

L’articolo Lo sbarco a Roccella e l’ordine ai migranti: «Non dite chi è il capitano» proviene da Corriere della Calabria.

Leggi tutto l’articolo Lo sbarco a Roccella e l’ordine ai migranti: «Non dite chi è il cap…
www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-04-23 19:39:31 da Redazione Corriere


0 Comments