L’olivicoltura di qualità e la varietà Pennulara: una Meraviglia di…

L’olivicoltura di qualità e la varietà Pennulara: una Meraviglia di…


Sperduta in un areale interno tra i comuni di Caccuri, San Giovanni in Fiore, Castelsilano, Savelli, Cerenzia fino ai territori arbëreshë di Pallagorio e Umbriatico, sconosciuta ai più, estendendosi su appena 500 ettari di superficie olivicola, eppure la varietà Pennulara regala un olio ricercato, apprezzato, pluripremiato e capace di esaltare ogni semplice pietanza.
Eroica la pianta che si è adattata anche a 700 m slm, sopravvissuta a intemperie, resistente alle variazioni climatiche, testimone, forse della presenza monaci florensi di S. Giovanni in Fiore che l’hanno custodita, oggi si fa spazio tra i tanti oli della Calabria.
Colpisce il suo profilo sensoriale per l’intensità olfattiva medio alta, gusto deciso di erba, carciofo, cardo, con un amaro e piccante intensi e allo stesso tempo equilibrati e una ricchezza di polifenoli e di acidi omega3 che lo consegnano ad un orizzonte di olio salutare, nutraceutico e non certo ad  un semplice condimento.
Eroici gli olivicoltori che hanno preservato la varietà, non lasciandosi contaminare da mode esterofile di varietà alloctone e che coltivano con fatica le colline scoscese alla ricerca di una meccanizzazione che può facilitare tutte le operazioni colturali soprattutto della raccolta con scuotitori ed agevolatori e riduca l’alternanza produttiva.
Questi olivicoltori oggi riuniti nell’Associazione dei Produttori della Pennulara, intendono tutelare e valorizzare tutto il territorio di coltivazione, l’olio, l’ecosistema ed un patrimonio genetico di grande interesse.
Il presidente Emanuele D’Urso con un gruppo di 20 olivicoltori ed associati, insieme alle istituzioni GAL Kroton, presieduto da Natale Carvello, il tecnico agronomo Thomas Vatrano (nella foto qui sotto ai piedi di un ulivo secolare), membro della prestigiosa Accademia dell’olio e dell’olivo di Spoleto, il Comune di Caccuri che ha la maggiore rappresentatività in termini di superficie ma ha anche di interesse identitario, il sinonimo della varietà è “Nostrana di Caccuri”, hanno avviato un progetto di salvaguardia di tutto l’areale olivicolo.

L’olivicoltura di qualità e la varietà Pennulara: una Meraviglia di…

Meritano interesse gli olivi secolari dall’alto valore ambientale, paesaggistico ed economico che si ergono a monumenti viventi in tutto il loro splendore attraverso fusti enormi, nodosi, contorti e sofferti, dai rami penduli, da qui il nome Pennulara, che rappresentano la cultivar autoctona, nativa del luogo e ben radicata da secoli in questa area interna.
Si punta insieme a sostenere il lavoro delle aziende agricole che mirano a far conoscere il nome di questa pregiata varietà nel mondo, che si è distinta in premi di carattere internazionale, purtroppo sono solo 5 gli imbottigliatori di olio monocultivar Pennulara, mentre per il resto finisce in blend perdendone l’identità, ma sostenendo oli di varietà meno decise sotto l’aspetto organolettico.
La Pennulara come da tradizione contadina risponde al paradigma delle cinque “S”: silenzio, siccità, solitudine, sole e sassi. E in questa area vocata qui ci sono tutti gli elementi.
Non il silenzio però dei premi, invece da diffondere, dal Flos Olei 2024, al Leone d’oro international, London Evo dell’azienda di Alfonsina Cosentino, dei Fratelli Loria con il Premio Verga e Oil Zurich, dell’azienda Antonio Lopetrone con l’Olivinus Argentina  e Oil Zurich e dell’azienda Jannia di Angelo Oliverio premiata dal Gambero rosso con le tre foglie, quale miglior monocultivar italiano, Bibenda 4 gocce e di Grancia del Vurdoj, dichiarato Presidio slow food.
Quanto basta per far uscire la Pennulara dall’anonimato ma per saperne di più non ci resta che attendere quest’anno la buona stagione e la carica di olive.    

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-04-10 11:37:57 da Redazione Corriere


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