L’omicidio dell’avvocato Capua e del suo autista. Un tentativo di sequestro finito in tragedia


È una mattina di primavera, il sole spunta dalle vette dell’Aspromonte. È quasi estate, 4 giugno del 1976. Sono da poco passate le sei del mattino e come ogni giorno l’avvocato Alberto Capua si sta dirigendo a bordo della sua automobile, una Peugeot 204 targata Roma, verso una tenuta di famiglia a Seminara. Alla guida del mezzo, come sempre, c’è Vincenzo Ranieri, 63 anni, anche lui possidente, seppure di modeste proporzioni, amico e autista di fiducia, padre di quattro figli. Alberto Capua, invece, di anni ne ha 73, non è sposato ed è molto ricco. Possiede diversi terreni, è stato sindaco di Melicuccà, il suo paese, come indipendente di destra. Pure suo fratello Antonio fa politica, anche se di mestiere fa il radiologo. Ex sottosegretario all’Agricoltura, deputato liberale per diverse legislature,…

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-04-21 07:01:28 da Redazione Corriere


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