L’orologio di ieri e di oggi. Il fattore tempo come influenza la nostra vita?

L’orologio di ieri e di oggi. Il fattore tempo come influenza la nostra vita?



Orologio
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L’OROLOGIO DI IERI E DI OGGI

A volte ci sono storie che per quanto raccontate non passano mai di moda, come la storia dell’orologio.

Quest’ultimo scandisce le ore del giorno e della notte. La flessibilità degli orari dipende dall’età anagrafica e dagli impegni, ma spesso si ci dimentica che un’ora è fatta di 60 minuti ed una giornata di 24 ore, quasi tutte impegnate fra riposo, accudimento personale, lavoro, faccende di dimora, colazione, pranzo, cena, spesa e poi qualche hobby, tutto ciò in simbiosi con il nostro respiro: l’orologio è diventato un regolatore dei battiti del nostro cuore, ma sempre pronto a rimproverarci quando siamo in ritardo sulla tabella di marcia.

Infatti per tutti noi, uomini e donne, l’arrivo dell’orologio è stato come mettere un motore della Ferrari ad una Fiat 500. Noi siamo umani, con le nostre debolezze e le nostre emozioni, di certo non dovremmo dipendere da un oggetto meccanico, senza dimenticare che domani è un altro giorno.

Vorrei ricordare che anche la meridiana e la clessidra scandivano le ore, ma con meno problemi per l’uomo. La meridiana è oggi un’icona sulle facciate dei palazzi antichi o dei conventi, misura il tempo basandosi sulla posizione del sole, inoltre segnalava anche la temperatura meteorologica

La clessidra, oggetto in vetro, si trovava nei nobili salotti, scandiva il tempo facendo scorrere la sabbia da una parte all’altra dei due recipienti.

Con l’avanzare della tecnologia si arriva agli orologi posti sulle facciate delle torri campanarie per informare gli abitanti del luogo sullo scorrere delle ore della giornata. Grazie al suono e ai tocchi della campana questa informazione si diffondeva poi in tutta la vallata.

È chiaro che oggi l’orologio è visto con sospetto, quasi come un nemico, un padre padrone pronto ad aumentare i battiti del cuore, specialmente quando la scaletta di marcia fa i capricci.

Eppure si può vivere senza orologio, come fanno alcuni dei nostri fratelli africani.

In alcuni piccoli e sperduti villaggi del Centro Africa non si conosce l’esistenza dell’orologio, quindi per indicare le ore si deve semplicemente sollevare il braccio (che per tanti africani sostituisce la lancetta delle ore) all’altezza dell’orizzonte a oriente, per indicare così esattamente l’alba, alzando piano piano il braccio si indica ora dopo ora la mattina, quando il braccio è perpendicolare viene indicato il mezzogiorno. Riabbassandolo a poco a poco a occidente si indicano le ore del pomeriggio fino al tramonto, dove il suole muore.

Il sole quindi rimane sempre l’orologio più esatto e la vita scorre più semplicemente.

Vincenzo Punzo

Savona, 10 marzo 2023


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