Madre e figlio muoiono insieme, i ladri svuotano il capannone

Madre e figlio muoiono insieme, i ladri svuotano il capannone



ORBETELLO. Oggi, 23 ottobre 2024, si sono celebrati i funerali di Gina Favaretto, 96 anni, e suo figlio Mario Tinto, 71 anni nella chiesa di San Donato, frazione rurale di Orbetello. Tutta la comunità  si è raccolta per dare l’ultimo saluto, tutti indistintamente sapevano per chi suonava la campana, ognuno voleva essere lì per dare l’addio a due persone, madre e figlio unite fino alla fine in un abbraccio.

Tutti sapevano che cosa si stesse celebrando in questa chiesina sperduta nelle campagne orbetellane che oggi è diventato il punto di ritrovo di un’intera comunità. Una vita dedicata l’uno all’altra
Gina e Mario vivevano in una casa di campagna a San Donato, in una quiete che rispecchiava il loro carattere riservato. Mario, ormai pensionato, passava le sue giornate tra la bocciofila di Albinia e i piccoli lavori nel loro podere, sempre accanto all’amata madre.

Un legame  profondo che si è spezzato tragicamente il 7 ottobre, quando entrambi sono stati trovati senza vita nel giardino della loro abitazione. L’uno davanti all’altro riversi sul terreno come a tentare un ultimo abbraccio.

Mario, sarebbe stato colto da un malore mentre lavorava nel giardino ed è caduto in un fosso, dove stava facendo una riparazione. Gina, 96 anni, vedendo il figlio in difficoltà, avrebbe cercato di soccorrerlo, ma lo choc l’ha sopraffatta, uccidendola mentre tentava di raggiungere la casa nel tentativo di chiamare i soccorsi. 

Il furto nel capannone dei defunti 

Nella piccola chiesa di San Donato, il dolore e l’incredulità erano palpabili. Don Arnaldo, che ha officiato il rito funebre, ha ricordato Gina e Mario con parole affettuose, sottolineando la bontà del 71enne, un uomo di fede, e il sacrificio dell’anziana, madre amorevole fino alla fine.  
Una cerimonia  molto intima e raccolta, in perfetta armonia con il carattere e l’indole di questa gente, molto riservata, abituata ad essere schietta, concreta, con una sacralità tangibile, fatta di sguardi silenziosi e parole appena sussurrate.

Ma c’è stato un altro fatto che ha sconcertato la comunità, raccolta nel dolore per la tragedia che si è consumata lo scorso 7 ottobre. Qualche giorno dopo, i ladri sono entrati nel capannone della proprietà di Gina e Mario e hanno rubato molti attrezzi e macchinari agricoli.

Un episodio che la comunità di San Donato, ancora scossa dalla disgrazia, ha percepito come un vero e proprio affronto ai loro cari. Un ulteriore schiaffo alla memoria di Gina e Mario che ha portato molto sconcerto e rabbia.

Nella chiesina tra i pini di San Donato, in una cerimonia breve e raccolta, i fedeli hanno voluto accompagnare Gina e Mario nel loro ultimo viaggio con lo stesso rispetto e la stessa discrezione con cui i due avevano attraversato la vita. «Non chiedere per chi suona la campana, essa suona per te», sembrava sussurrare il vento tra gli ulivi, ricordando a tutti l’universalità del dolore e dell’addio, e la fragilità della condizione umana.


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    Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso.
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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2024-10-23 19:44:18 da Vittorio Patanè


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