Mafia garganica, Miucci si costituisce: era sfuggito al blitz «Mari e Monti»



MANFREDONIA – Si è costituito Leonardo Miucci, 46 anni, manfredoniano, imprenditore edile, fratello maggiore del presunto capo clan Enzino, ricercato dal 15 ottobre scorso quando sfuggì alla cattura nel blitz «Mari e monti» contro il gruppo Li Bergolis della mafia garganica contrassegnato dall’emissione di 39 ordinanze nei confronti di altrettante persone accusati a vario titolo di 48 imputazioni tra mafia, traffico e spaccio di droga, estorsioni, rapine, armi, furto, favoreggiamento, ricettazione e intestazione fittizia di beni. Dino Miucci è accusato dalla Dda di mafia e concorso in 2 estorsioni a ditte garganiche costrette a stipulare contratti da 16mila e 21mila euro con 2 società ritenute vicine al clan Li Bergolis; e di un tentativo di estorsione a una terza ditta per assumere 2 persone e pagare un pizzo imprecisato. Era l’unico indagato ancora da catturare dopo che il 26 ottobre si costituì Pasquale Totaro. Dino Miucci martedì si è presentato in caserma a Foggia dai carabinieri che l’hanno trasferito in carcere. Il nostro assistito si dichiara estraneo a tutte le accuse, sicuro che il prosieguo dell’inchiesta lo dimostrerà commenta l’avv. Francesco Santangelo che insieme alla collega Innocenza Starace difende il presunto mafioso. Nelle prossime ore il Tribunale della libertà di Bari si pronuncerà sul ricorso difensivo teso alla scarcerazione per insufficienza di indizi, presentato quando Miucci era ancora ricercato.

Leonardo Miucci, fratello di Enzo, è figura defilata ma comunque di rilievo all’interno del clan Li Bergolis scrive il gip di Bari Valeria Isabella Valenzi nelle 1007 pagine dell’ordinanza cautelare di Mari e monti. Il pentito Marco Raduano (ex boss di Vieste) «ha riferito che Enzo Miucci quale forma di protezione “faceva stare defilato Dino per non farlo conoscere a troppi soggetti”’; pur precisando che faceva parte del clan “da sempre”, che era a conoscenza degli affari dell’associazione, presente ai summit organizzati dal fratello Enzo. Leonardo Miucci è risultato legato tra gli altri a Giovanni Caterino che dopo aver subito a febbraio 2018 un agguato, ricevette disposizioni proprio da Leonardo Miucci perché lasciasse per un po’ Manfredonia e abbandonasse l’idea di vendetta». Secondo l’accusa «Dino Miucci è l’uomo del clan deputato all’infiltrazione nell’economia, nel settore degli appalti», come sostenuto dai pentiti Raduano e Andrea Quitadamo.

«Leonardo Miucci – a dire del gip – opera principalmente su Manfredonia, ed è in contatto anche con esponenti del clan rivale svolgendo all’occorrenza il ruolo di paciere. Proprio la sua figura dà adeguato conto di come il clan abbia fatto un salto di qualità, ingerendosi neon solo nei settori tipici quali droga, faida ed estorsioni, ma anche nel tessuto economico degli appalti: è un imprenditore che agisce per conto del clan. E non è un caso che sia stato bersaglio di un agguato, in risposto all’omicidio eccellente di Pasquale Ricucci».

Infatti anche l’agguato subìto viene «valorizzato» da Dda e gip per sostenere l’appartenenza dell’indagato al clan Li Bergolis. Successe la sera del 29 novembre 2019 nella zona industriale di Manfredonia: i killer (al momento ancora impuniti) spararono da una «Alfa Romeo con un mitra Kalashnikov contro la Jeep Renegade su cui viaggiava Miucci, rimasto illeso.


Leggi tutto l’articolo Mafia garganica, Miucci si costituisce: era sfuggito al blitz «Mari e Monti»
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-14 12:09:29 da


0 Comments