Maltrattamenti a Titti Marruocco prima dell’omicidio, 5 anni di con…

ANCONA – Si è chiuso con 5 anni di condanna a Franco Panariello il processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate alla moglie Concetta Marruocco e alla loro figlia minorenne. La sentenza è stata emessa oggi, al tribunale dorico, dal collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi. Imputato l’uomo che il 14 ottobre del 2023 ha ucciso la donna con 39 coltellate, a Cerreto d’Esi. Per il femminicidio Panariello ha un altro processo in corso che non è ancora arrivato a sentenza ma per il quale rischia l’ergastolo. La sentenza di oggi è arrivata per un procedimento che era iniziato prima che l’imputato, 56 anni, originario di Torre del Greco, ma da anni residente nel Fabrianese, dove faceva l’operaio, togliesse la vita alla moglie. La donna infatti aveva sporto denuncia per quello che avrebbe patito in casa per anni, insieme alla figlia, tanto che all’imputato era stato dato un divieto di avvicinamento ad entrambe, con il braccialetto elettronico che però non è suonato per avvertirla il giorno dell’omicidio. Panariello era a processo per maltrattamenti in famiglia, contestati solo nei confronti della consorte, e lesioni aggravate, per entrambe. Un mese prima di morire Concetta, 53 anni, infermiera, aveva reso testimonianza al tribunale di Ancona, davanti allo stesso collegio, raccontando (era il 13 settembre 2023) i soprusi subiti in quasi 20 anni di matrimonio.

Oggi l’imputato, difeso dall’avvocato Ruggero Benvenuto, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee in aula prima della requisitoria del pubblico ministero Andrea Laurino, delle parti civili e dell’arringa del suo difensore. «Sono stato dipinto come un mostro ma non ho mai picchiato i miei figli né mia moglie. Ho sempre amato. Concetta, da morire, non le ho mai fatto nulla. Come siamo arrivati a tutto questo? Per soldi, dopo che ho perso 300mila euro con il mio lavoro, importavo mobili dalla Francia. Menzogne e bugie portano a far scoppiare una persona, io sono stato umiliato in mille maniere». La difesa ricorrerà in appello. «Non sono stati valorizzati elementi istruttori importanti» ha detto l’avvocato Benvenuto.