Manfredonia. “L’estensione a tutti della differenziata porta a porta, oltre all’incremento della percentuale della differenziata, determinerà un significativo contenimento dell’aumento della TARI”.
E’ quanto dice a StatoQuotidiano.it l’attuale AD (Amministratore Delegato) dell’ASE SpA, dr. Massimo Leone, commentando gli effetti di una sentenza del Consiglio di Stato che, lo scorso 6 dicembre, ha annullato definitivamente una delibera del 2021 adottata dall’Arera (Agenzia di regolazione per energia reti e ambiente) cui la Regione Puglia si era uniformata. In base alla setssa, sarebbe in arrivo una stangata sulla Tari, la tassa che si paga per lo smaltimento dei rifiuti.
Si profila un incremento vicino al 50 %, anche se i calcoli dipendono da Comune a Comune. I sindaci sono molto preoccupati perché saranno i principali destinatari delle lamentele. Gli aumenti, come detto, non dipendono dalla volontà dei primi cittadini.
La sintesi della vicenda la fornisce la lettera inviata a tutti i Comuni dall’Ager (l’agenzia per la gestione dei rifiuti composta dai sindaci pugliesi). Questa la sintesi: l’Agenzia dei rifiuti – sulla base della delibera di Arera e della Regione – aveva promosso l’applicazione del regime dei cosiddetti «impianti minimi». Ossia siti considerati essenziali per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Impianti che, in condizioni sfavorevoli di mercato con eccessiva domanda e scarsa offerta, potevano essere assoggettati ad una tariffazione regolata secondo i criteri di Arera. Con parole povere: il prezzo era fissato dalla mano pubblica.
Tutte le delibere in questione sono state impugnate dai gestori degli impianti prima davanti al Tar di Lombardia (Arera ha sede a Milano) e poi in appello davanti al Consiglio di Stato. Ora la sentenza.
I giudici di secondo grado hanno dato ragione ai gestori e cancellato tutte le decisioni (Arera, Regione, Ager). La sentenza spiega che la materia è riservata al legislatore, non all’autorità amministrativa. Insomma, ci vorrebbe una legge per fare quello che era stato deciso con delibera. Nella lettera ai sindaci, il neo direttore di Ager, Angelo Pansini, spiega che la sentenza rende «ineludibile l’applicazione della disciplina contrattuale».
Tradotto: valgono i contratti con i gestori e non le tariffe fissate da Ager. Per di più nei contratti si prevede un meccanismo di revisione delle tariffe «che si lega all’andamento dell’indice Istat» sui prodotti industriali.
“Ripeto – dice oggi l’AD dell’ASE, Leone, a StatoQuotidiano.it – questo aumento dei costi può essere contenuto. Nel nostro nuovo piano industriale è prevista l’estensione a tutti del porta a porta. Se la copertura dell’intero aumento sarà impossibile con certezza, l’estensione globale del servizio determinerà un contenimento dell’aumento. Ricordo che la sentenza del Consiglio di Stato è retroattiva, quindi si fa riferimento anche a conguagli su conferimenti in discarica già effettuati”.
Infine, l’invito: “Se tutti i cittadini, in primis se tutte le utenze commerciali, facessero più attenzione relativamente al servizio porta a porta, il contenimento dei costi sarebbe ancora più rilevante”.
www.statoquotidiano.it è stato pubblicato il 2024-01-12 16:16:23 da Giuseppe de Filippo
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