Bari, 15 marzo 2025 – L’avvocato Antonio Maria La Scala, originario di Manfredonia e protagonista della scena giuridica pugliese, ha tracciato un bilancio del suo impegno in vari ambiti cruciali per la regione nel corso di un’intervista a statoquotidiano.it. Con una lunga carriera nel diritto penale, La Scala ha ricoperto ruoli di primo piano nel NIRS (Nucleo Interregionale di Ricerca Sanitaria), è stato vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI) ed è attualmente presidente dell’associazione “Gens Nova”.
Durante l’intervista, La Scala ha ricordato il suo triennale impegno nel NIRS, segnato da numerose denunce sulle irregolarità delle ASL pugliesi. Ha sottolineato come le recenti inchieste sulle tangenti nell’ASL di Bari abbiano portato a confessioni da parte della maggior parte degli arrestati, un risultato che definisce “per nulla gratificante”.
Un’indagine condotta durante la sua presidenza del NIRS ha rivelato che il 79% delle RSA pugliesi presentava irregolarità significative, portando a sanzioni, revoche di autorizzazioni e controlli più stringenti. Nonostante le critiche ricevute, La Scala rivendica di aver agito con “onestà, trasparenza e imparzialità”, guadagnandosi persino il sostegno delle opposizioni politiche.
“Notoriamente non sono molto simpatico, perché in questo Paese quando fai le cose normali… diventi antipatico a qualcuno”, afferma, ribadendo che il rispetto delle regole non dovrebbe essere visto come un’eccezione, bensì come un principio basilare.
Parlando della gestione della sanità pugliese, La Scala ha evidenziato la necessità di colmare la “voragine economico-debitoria” della regione, che ammonta a oltre 250 milioni di euro. Per affrontare questa situazione, propone di ricercare finanziamenti a livello europeo e governativo e di ridurre la burocrazia, tagliando gli incarichi superflui e limitando i rimborsi spese.
La sua priorità, tuttavia, rimane la riduzione delle liste d’attesa, che definisce “il tumore della sanità pugliese”. Secondo La Scala, un’ottimizzazione delle strutture pubbliche esistenti e un aumento delle prestazioni erogate quotidianamente potrebbero ridurre significativamente i tempi di attesa, evitando che i cittadini siano costretti a rivolgersi al settore privato.
Da oltre vent’anni, La Scala è alla guida di “Gens Nova”, associazione impegnata nella difesa delle vittime di reati. Con oltre 100.000 studenti incontrati nelle scuole, l’associazione ha svolto un’intensa attività di prevenzione, riscuotendo grande attenzione e partecipazione. Sul piano normativo, “Gens Nova” ha contribuito alla stesura di diverse proposte di legge in commissioni parlamentari, alcune delle quali si sono tradotte in normative effettive.
Dal punto di vista repressivo, l’associazione ha collaborato con le forze dell’ordine, portando all’ottenimento di numerose condanne per reati gravi come omicidi, violenze sessuali, maltrattamenti e stalking. “Gens Nova” guarda anche oltre i confini nazionali, con un’iniziativa in fase di studio in Uganda.
Oltre al suo impegno giuridico e sociale, La Scala ricopre la carica di vicepresidente nazionale dell’ANFI, un’associazione composta da ex finanzieri e finanzieri in congedo, che svolge attività di volontariato nelle scuole, negli ospedali e in diverse manifestazioni. Con 23.000 iscritti e la supervisione diretta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, l’ANFI rappresenta un’importante realtà nel panorama del volontariato italiano.
Interrogato su un suo possibile futuro in politica, La Scala è categorico: “Un mio ruolo non ci potrà mai essere, perché se la politica è quella che io vivo e vedo da anni, io con la politica posso stare solo lontano anni luce”. Tuttavia, lascia aperta una porta: se la politica tornasse a occuparsi seriamente della “Polis”, potrebbe valutare un coinvolgimento.
Alla domanda chiave dell’intervista, La Scala risponde senza esitazioni: “Si nasce”. Per lui, la crisi della società attuale è legata alla crisi della famiglia e all’erosione del suo ruolo educativo. I valori, la moralità e il rispetto devono essere trasmessi sin dall’infanzia, e il suo percorso personale è la prova tangibile dell’importanza dell’educazione ricevuta. Pur riconoscendo che chi non nasce “signore” possa diventarlo attraverso l’esempio, ribadisce il ruolo importante dei genitori.
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