ANCONA – Detto fatto. La nomina di Marta Paraventi come nuovo assessore alla Cultura del Comune di Ancona ha acceso gli animi nel centrosinistra e nella sinistra dorica. Da un lato le liste presenti in consiglio comunale si vantano di aver contribuito a far dimettere Anna Maria Bertini dalla sua carica attraverso l’esercizio continuo del controllo e della critica al suo operato. Dall’altro sottolineano come la scelta di paraventi sia stata vista come un autentico voltafaccia. Questo perché la neo assessora fino a poco tempo fa è stata a tutti gli effetti una tesserata del Pd, non risparmiando mai aspre critiche alla gestione della cultura sia del Comune di Ancona che della Regione Marche. «Difenderà i suoi ideali o si adeguerà a quelli del centrodestra della Giunta Silvetti» si chiedono non proprio retoricamente i consiglieri di minoranza. Senza dimenticare che il suo compagno, Sandro Giorgetti (che tra le altre cose ha curato una parte della campagna elettorale di Ida Simonella nel 2023), è stato nominato da Silvetti consulente al Turismo. Un doppio incarico familiare immediatamente definito «Inopportuno».
«Dopo appena un anno e mezzo dall’inizio del mandato – inizia così il comunicato congiunto di Altra Idea di Città, Ancona Diamoci del Noi, Ancona Futura, Azione e Partito Democratico – salta il primo assessore della Giunta Silvetti. La dottoressa Anna Maria Bertini si è rivelata – affermano senza mezzi termini -, sin dal principio, un profilo estremamente inadatto a ricoprire la carica di assessore alla Cultura e possiamo affermare, come forze di opposizione, di aver fatto emergere in svariate occasioni questa totale inadeguatezza politica. Se la fallimentare esperienza amministrativa di Bertini si è conclusa prima del tempo è anche grazie al lavoro puntuale di controllo politico operato dai gruppi consiliari di minoranza, che si sono sconfitti per denunciare le storture delle politiche culturali dell’amministrazione Silvetti, difendendo il tessuto culturale della città. Rivendichiamo quindi con forza la nostra azione, che ha contribuito in maniera determinante alle dimissioni della Bertini, sin qui invece sempre difesa invece dal sindaco». Il comunicato prosegue sottolineando come «la causa di questo ritiro sia da imputare alla manifesta incapacità politica e amministrativa di questa figura. Un’altra nomina fiduciaria del sindaco che si è rivelata un clamoroso fallimento, ennesima dimostrazione della scarsa capacità dello stesso Silvetti di sapersi circondare da persone fidate e competenti». Inoltre, sempre per le forze di centrosinistra e sinistra che siedono in assise «complice di questa mancanza di lungimiranza, anche l’imposizione di Fratelli d’Italia che ha premuto per un’avvilente, quanto dannosa, spartizione delle poltrone, con il sindaco che ha ubbidito alle prescrizioni nominando alla Cultura una persona di fiducia dell’eurodeputato Carlo Ciccioli. A causa di questi giochi di potere tutti interni alla destra anconetana, il settore della cultura è andato in sofferenza per molti mesi, con un assessore alla Cultura, ormai ex, che oggi dichiara perfino pubblicamente di essere stata costretta a ricoprire un ruolo che non desiderava affatto». Insomma per l’opposizione questa è una chiara «fotografia di una classe dirigente inesistente e nel caos, costretta ad attingere perfino fuori dal proprio perimetro politico. Tanto che Bertini è stata costretta a dimettersi proprio da chi l’aveva voluta in quel posto».
Esaurito il capitolo Bertini via a quello nominato ‘Paraventi-Giorgetti’: «Abbiamo appreso poi con stupore della nomina del nuovo assessore Marta Paraventi, una figura che conosciamo piuttosto bene poiché connotata da una partecipazione e presenza sino a pochi giorni fa nei tavoli culturali del Partito Democratico, sia a livello cittadino che a livello regionale. Tale era l’intenzione del sindaco di stravolgere e cambiare tutto rispetto a chi governava prima che ha nominato un esponente del Tavolo cultura del Pd. Paraventi – rimarcano infatti – non è un profilo tecnico, ma una persona con un’esperienza di attivismo politico alle spalle nell’ambito del centro sinistra, dove nel recente passato ha criticato spesso e con convinzione le politiche culturali messe in atto sia dall’amministrazione Silvetti in città, sia dall’Amministrazione Acquaroli a livello regionale». Ebbene «Nonostante questo, noi non faremo sconti, in quanto da oggi Marta Paraventi sarà un esplicito interprete della politica di destra portata avanti dalla Giunta Silvetti, della quale è rappresentante e parte integrante. Il ruolo dell’assessore – aggiungono – non è un ruolo tecnico, ma è un ruolo inevitabilmente politico, che richiede di operare scelte politiche di campo, di condividere le linee di mandato di tutta l’Amministrazione e di incarnare gli indirizzi di governo dell’attuale maggioranza». Per questo l’opposizione si chiede: «la nuova Assessora manterrà le sue idee politiche finora espresse o le stravolgerà per adeguarsi alle linee della Giunta Silvetti? Tuttavia, Marta Paraventi non è l’unica in famiglia ad essere stata chiamata dal Sindaco a svolgere un ruolo presso l’attuale amministrazione. Infatti, negli ultimi mesi Silvetti ha assoldato quale consulente speciale per il Turismo il compagno della neo assessora, Sandro Giorgetti». Così da ora «La famiglia Giorgetti-Paraventi potrà vantare da oggi una notevole e inopportuna concentrazione di potere: lei titolare della Cultura e lui consulente per il Turismo. Due ambiti strettamente legati e interconnessi che fanno capo alla stessa Direzione. Una coppia che ha rinunciato alla propria coerenza politica per mettersi a servizio del centrodestra e che deterrà nelle proprie mani buona parte degli orientamenti politici del Comune in merito agli ambiti turistici e culturali».
Critiche piovono anche dal Partito Comunista Italiano dove la segretaria della locale sezione Tina Modotti, Roberta Coletta, dichiara che il caso dell’avvicendamento Bertini-Paraventi: «si presta a qualche riflessione di carattere etico e politico. La signora Paraventi era iscritta al Pd e alle ultime elezioni aveva sostenuto la candidata a Sindaco del Pd e gruppi del centro-sinistra Ida Simonella, rivale di quel Silvetti nelle cui fila ora si arruola. Viene in mente il detto: “Francia o Spagna, purché se magna”». Coletta aggiunge: «D’altra parte la stessa Simonella non aveva esitato ad abbandonare il Consiglio comunale all’indomani delle elezioni e il ruolo di rappresentante degli elettori anconetani del Pd e del centro-sinistra, per impiegarsi meglio retribuita presso un noto imprenditore». Per il Pci pertanto «non si tratta di casi isolati, ma di un [mal]costume piuttosto diffuso, che attiene all’essere ormai i partiti del sistema capitalista dei comitati elettorali, senza capacità e neppure voglia di controllo, formazione e selezione del proprio personale politico: che risulta così non di rado incoerente e intercambiabile. Di qui l’affermazione corrente “tanto sono tutti uguali”, all’origine dell’astensionismo dilagante dal voto, che riguarda ormai sempre più spesso una maggioranza di elettori, evidenziando il profondo distacco dall’élite borghese dominante». Per tutti questi motivi «occorre però fare in modo che il non voto di protesta, o la protesta attraverso il non voto, si volga verso la costruzione positiva di una alternativa, che non lasci le cose come sono: che non può che passare per una rivalutazione del Pci storico, reale e fidato interprete della volontà delle masse sciaguratamente affossato, e riproponga con forza e convinzione la diversità comunista».
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