PALERMO – L’assemblea del Pd, i retroscena e quella spaccatura nel partito che genera “uno spettacolo terribile”. Mari Albanese, la coordinatrice della mozione Schlein di Palermo, non le manda a dire. L’intervista.
Con l’ultima assemblea sembra che il Pd si sia superato
“La spaccatura profonda che c’è stata nell’ultima assemblea non fa presagire nulla di buono, anche perché c’è stata una sorta di escalation che ha inasprito i toni e, soprattutto, tutto è sfociato in violenza verbale e si è sfiorata la rissa, a tratti anche fisica”.
Che aria tira tra i componenti della corrente Schlein?
“Chi ha appoggiato Elly Schlein sin dall’inizio e chi si è iscritto al partito dopo la sua elezione vuole spingere quel cambiamento che lei stessa ha lanciato per risintonizzarsi con la società. Qui si trovano però degli ostacoli, è come se alcuni fossero impermeabili al suo agire politico. Questo arrovellamento sulle regole, questa violenza della comunicazione, mentre fuori c’è gente che non riesce a curarsi, ad arrivare a fine mese è testimonianza di ciò.”
Cosa le fa più rabbia?
“Stiamo dando uno spettacolo terribile, la gente non ci capisce, ma anche gli iscritti del partito non capiscono cosa stia accadendo, perché non stiamo facendo politica, non ci stiamo occupando dei nostri avversari politici, ci stiamo arrovellando sul nulla e su posizionamenti, anche futuri”.
In molti hanno sollevato critiche sui voti. Che ne pensa?
“Possono esserci stati errori, ma non brogli. Continuare a parlare di ricorsi, brogli, cose illegali all’interno del nostro partito non fa bene. Non so neanche come affronteremo il congresso con questa atmosfera. Non mi era mai successo di vedere un compagno che batteva i pugni sul tavolo davanti a un dirigente nazionale. Cosa accadrà quando usciranno fuori i nomi dei candidati?”.
Lei è contraria alle primarie nel congresso regionale?
“Non ne vedo l’opportunità politica, se poste in questi termini. Credo che ci debba essere in questa fase un momento di grande partecipazione degli iscritti e dei militanti del partito. Una cosa è scegliere il segretario nazionale con nomi di un certo livello, una cosa è pensare che la gente esca da casa per votare il segretario regionale o provinciale del partito”.
Eppure sarebbero state raccolte 4mila firme, cosa ne pensa?
“In piattaforma ne ho viste 1.600 online, la raccolta firme ha dimostrato che alla gente non interessa nulla della vita interna del partito. Diversamente dovevano esserci 10 mila firme, la società civile ci chiede altro, non di votare ai gazebo il segretario provinciale. Come penso che sia strumentale, da parte di alcune compagne, utilizzare la frase retorica sull’elezione con le primarie di Schlein”.
Appunto, questa è una delle critiche
“‘Siamo tutti con la segretaria’, sento questa frase frequentemente, soprattutto da parte di chi non l’ha votata”.
È vero che le tensioni sono aumentate dopo che alle Europee i candidati vicini a Bonaccini hanno ottenuto più voti di Elly Schlein?
“Sì, perché è avvenuto senza pudore. Noi dovevamo ringraziare Schlein per l’aiuto che ci dava in Sicilia, c’erano tre preferenze, i dati sono incontrovertibili e sono saltati all’occhio”.
Un’altra scintilla è scaturita dai fondi attribuiti dalla finanziaria…
“Io so quanto quei contributi siano utili ad alcuni Comuni, il problema è che bisognava almeno spiegare questo meccanismo alla base del partito, che è quella più indignata. Mentre chi amministra può capire che non abbiamo finanziato le sagre o cose del genere”.
Cosa c’è in ballo nella battaglia per conquistare la segreteria regionale? La possibilità di conseguire un posto in Parlamento?
“Sicuramente sì e la segreteria regionale ha un dialogo diretto con Roma. Su scala nazionale c’è un tentativo di delegittimare la leadership di Elly Schlein ed è in questa ottica che vanno lette le tensioni per il congresso regionale. C’è un incaponirsi sulle regole e non sulla politica”.
Come uscirete da questa crisi?
“Me lo chiedo da giorni, sicuramente facendo politica, ce lo chiede la gente. Ma non soltanto in consiglio comunale, bisogna tornare a parlare con la base del partito. Ci sono 15 mila iscritti in Sicilia che devono comprendere quale sarà il nostro futuro”.
Nel frattempo state rischiando politicamente…
“C’è il rischio che rimarremo sempre minoranza. Arrovellarsi su un nome significa allontanarsi dal proprio elettorato. Un giorno andiamo negli ospedali e un altro non riusciamo a uscire da questo impasse. Alle volte sembriamo un partito schizofrenico, oltre che maschilista”.
Come valuta la presenza delle donne nel Pd, è congrua, secondo lei?
“Ci sono, danno il loro contributo, ma la sensazione che ho io è che sia più semplice screditare politicamente l’operato di una donna che quello di un uomo. Possiamo perdonare che un uomo gridi contro Igor Taruffi, da una donna ci si aspetta un atteggiamento sempre integerrimo, quando noi diciamo qualcosa siamo ‘le donne del partito’. Secondo me il nostro Pd in Sicilia è impreparato ad accogliere la rivoluzione gentile di Elly Schlein”.
A proposito, è vero che circolano tra alcuni esponenti Dem foto di Elly Schlein con la scritta ‘bocciata per la democrazia’?
“Mi piacerebbe dirle che non è vero, ma purtroppo è vero”.
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