BARI – Cinque lettere anonime per segnalare ciò che avveniva nell’Area di gestione tecnica della Asl di Bari. Ovvero l’ufficio su cui martedì all’alba si è abbattuta la bufera con l’indagine del procuratore Roberto Rossi e della pm Savina Toscani che ha portato a dieci arresti, con due dirigenti (Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis) e una funzionaria (Conny Sciannimanico) finiti in carcere, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione al falso per gli appalti truccati a colpi di mazzette e regali.
È una storiaccia di ladri di galline malati di ingordigia, traditi dal senso di onnipotenza. E quelle cinque lettere, mandate anche alla «Gazzetta» (12 aprile, 25 aprile, 8 maggio, 16 luglio e 19 ottobre), raccontano la storia dal punto di vista di qualche impresa che «denuncia» i continui affidamenti diretti ad alcuni degli indagati nel fascicolo della Finanza. Loro lo sanno e ne parlano, ipotizzando che l’avvicendamento di Nicola Sansolini, il 64enne ingegnere che già nel 2003 era stato arrestato per gli appalti truccati all’Asl di Taranto (il processo si è chiuso in appello nel 2010 con prescrizione e assoluzione), fosse da ricollegare a quegli scritti anonimi: «Hai saputo qualcosa di questo ciclone?», chiede Iacobellis a una collega il 5 febbraio, dopo che Sansolini era stato spostato all’Ingegneria clinica. Ma nemmeno allora – secondo quanto emerge dalle indagini – avrebbe smesso di accontentare gli imprenditori amici.
Dalle lettere anonime viene fuori ad esempio il caso della Perrone Global Service di Corato (il titolare Aldo Perrone è accusato di concorso in corruzione e falso ideologico per i lavori in casa di Iacobellis fatti in cambio di un appalto da 362mila euro all’ospedale Di Venere) che nel solo 2024 avrebbe ottenuto affidamenti diretti per un milione di euro. Ma l’anonimo segnala anche una possibile violazione delle regole Anac: il dirigente Anticorruzione della Asl, l’avvocato Raffaele Iorio, è allo stesso tempo dirigente degli affari generali e dirigente amministrativo dell’area di gestione tecnica, dunque – sulla carta – è controllore e controllato. «Non è così – risponde il direttore generale facente funzioni, Luigi Fruscio -. Iorio è stato mandato in quell’area per esercitare un potere di controllo proprio dopo le lettere anonime. Chi ha scritto quelle cose lo ha fatto per demolirlo. Grazie a lui abbiamo costruito i criteri per la rotazione e gli affidamenti urgenti che prima non esistevano».
«Questa nuova presenza di Iorio è destabilizzante», dice Iacobellis a Sansolini il 17 aprile, e poi il 24 giugno definisce «un incubo» la presenza dell’avvocato Iorio. Parole che sembrerebbero confermare la versione di Fruscio. Sansolini, Iacobellis e Sciannimanico sono stati sospesi dal servizio, come prevede la legge. Ma che ci sia qualcosa da rivedere sul fronte dei controlli interni, in un’azienda con 10.800 dipendenti e oltre un miliardo di fatturato, è indubbio. Il 30 ottobre l’amministratore unico della Sanitaservice Asl Bari, Fabrizio D’Addario, è stato condannato a tre anni per peculato. In base alla legge Severino doveva essere immediatamente sospeso, invece continua a firmare atti come se nulla fosse. «Me ne sto occupando», promette Fruscio.
L’inchiesta della Finanza sulla Asl Bari, partita dalle intercettazioni di due imprenditori coinvolti nello scandalo dell’ospedale Covid della Fiera del Levante, è tutt’altro che conclusa. Alcuni accertamenti potrebbero riguardare proprio il contenuto delle lettere anonime: il tenore di quella del 12 aprile sembrerebbe far intendere che ce ne sia stata anche un’altra, precedente. «Abbiamo contezza del fatto che il direttore generale Fruscio abbia chiesto delucidazioni al direttore Agt Ianora», l’ingegnere messo al posto di Sansolini, pure lui però indagato con l’accusa di falso proprio per via di una delibera sui lavori della Perrone Global Service al Di Venere. Ora anche questi affidamenti dovranno essere passati al setaccio per ricostruire la rete degli imprenditori amici.
Qualche risposta potrebbe arrivare proprio dagli indagati. Stamattina il gip Giuseppe Ronzino interrogherà nel carcere di Bari sia Sansolini (difeso dall’avvocato Antonio La Scala) che Iacobellis (avvocato Vito Pappalepore). Le altre quattro persone finite in carcere verranno sentite a partire dalle 14,30 in videoconferenza. A casa di Sansolini martedì i finanzieri hanno trovato diverse decine di migliaia di euro in contanti (le varie perquisizioni hanno portato al sequestro di circa 250mila euro in totale): l’ex capo dell’Area tecnica sembrerebbe intenzionato a parlare, raccontando delle tangenti che ha incassato. Diversi altri, di fronte ai video con i passaggi di denaro, potrebbero fare la stessa scelta.
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-14 06:05:00 da
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