Medici, infermieri e oss in “trincea”: le violente aggressioni al p…


LAMEZIA TERME L’ospedale Jazzolino di Vibo presidiato da militari armati: l’immagine, simbolo dell’emergenza per le aggressioni ai sanitari, in poco tempo fa il giro d’Italia. L’esercito chiamato a “proteggere” infermieri, medici, oss che in situazioni estremamente critiche cercano di salvare vite umane e soccorrere pazienti di ogni età. Un lavoro complicato, ancor più per le condizioni in cui versano edifici e strutture sanitarie calabresi e non, con carenza d’organico e ritmi stressanti. A loro anche il presidente Sergio Mattarella ha dedicato un passaggio del discorso di fine anno di ieri sera: «Patriottismo – ha detto – è anche quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose».

I dati del 2023

Rischiose perché, a volte, l’impegno non è sufficiente. E dalla rabbia e la frustrazione dei parenti scaturisce una violenza ingiustificata nei confronti di chi si trovano davanti, siano essi infermieri, oss o medici. Nel 2023, negli ultimi dati pubblicati di recente dalla Uil, in Calabria si sono contate ben 32 aggressioni al personale sanitario, quantomeno di quelle che sono state denunciate o di cui si è venuto a conoscenza. Un numero che rischia di essere anche più pesante nel 2024, anno in cui in diversi casi le aggressioni hanno costretto le forze dell’ordine a intervenire e anche a presidiare l’accesso al Pronto soccorso.

Il caso Vibo: medici e infermieri aggrediti

Come quanto successo a febbraio a Cessaniti, paese in provincia di Vibo Valentia, dove una dottoressa della Guardia medica, recatasi a domicilio per soccorrere un paziente, è stata aggredita dallo stesso e trascinata quasi fin dentro casa, per fortuna riuscendosi a divincolare in tempo. Simili aggressioni sono avvenute nel Vibonese: sia a Pizzo lo scorso novembre, quando un dottore della Guardia medica ha denunciato la violenza di un paziente, ma soprattutto a Soriano. Esattamente un anno fa, a gennaio, il caso emblematico dell’aggressione all’ospedale di Soriano ai danni di una dottoressa, dei medici del 118 intervenuti sul posto e dell’infermiere, nonché sindaco di Pizzoni Enzo Caruso. Un episodio che aveva sconcertato la comunità e la politica vibonese, tanto da convocare una conferenza dei sindaci per invocare più controlli e un appello ai cittadini contro la violenza inaccettabile nei confronti dei sanitari. Un allarme a cui, tuttavia, hanno seguito altri episodi di aggressioni nel Pronto soccorso dello Jazzolino.

La violenza negli ospedali calabresi

Gravi episodi di violenza sono avvenuti anche nel resto della Calabria. Tra gli ultimi, la brutale aggressione contro il primario del Pronto soccorso di Lamezia Rosarino Procopio, raggiunto da diversi colpi di manganello dal nipote di una paziente, e bloccata solamente con l’intervento delle forze dell’ordine. Il presidente Occhiuto ha poi dichiarato che la Regione si «costituirà parte civile nel processo contro l’aggressore». Violenza che, in più episodi, non ha risparmiato neanche il Gom di Reggio Calabria: emblematico a settembre, in pochi giorni, il doppio episodio di violenza contro personale sanitario, con l’aggressione anche nei confronti di una guardia giurata. A Crotone, ad agosto, un altro episodio: calci e pugni a infermieri e medici del Pronto soccorso da parte di una donna che avrebbe preteso la visita immediata di un suo parente.

Bodycam e proposte

Simili aggressioni sono avvenute a Cosenza, nell’ospedale Annunziata, dove a febbraio era stato aggredito un medico mentre si trovava di turno. Episodi che hanno portato le diverse aziende ospedaliere e la Regione a riflettere sulle misure di sicurezza efficaci che possano proteggere medici e infermieri, a volte chiamati a intervenire in situazioni complicate e difficili. Un esempio di “deterrente” è quello attuato negli ultimi mesi al Pronto soccorso di Paola Cetraro. Qui sono state introdotte le bodycam per gli operatori sanitari, al fine di tutelarli da eventuali aggressioni. Ma altre proposte si sono sviluppate, a partire dal rafforzare i presidi o affiancare le forze dell’ordine nei contesti più delicati. Proposte e sfide per il nuovo anno, per tutelare chi – come sottolineato dal presidente Mattarella – svolge un ruolo fondamentale per la comunità anche in condizioni estremamente difficili. (ma.ru.)

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2025-01-01 17:35:46 da Redazione Corriere


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