ANCONA – Sospetta il tradimento della moglie e dopo aver trovato dei messaggi con un collega di lavoro sul cellulare la picchia portandola via in auto e provocandole lesioni per 20 giorni di prognosi. “Sei una p… ho ucciso una persona e ammazzo anche te” le avrebbe urlato il marito, un 32enne originario del Lazio con cui era spostata e aveva avuto due bambini. L’uomo, stando alle accuse, avrebbe preteso anche rapporti sessuali con la donna, anche quando lei non voleva, e gesti di autoerotismo che avrebbe ripreso con il telefonino per riscattarla se non avesse fatto tutto quello che lui le imponeva. L’aggressione, durata due giorni, il 14 e il 15 aprile dello scorso anno, a Staffolo, a più riprese, dentro e fuori casa, ha portato la Procura a chiedere il giudizio immediato per il marito violento che il tribunale ieri ha condannato per lesioni a otto mesi di reclusione con pena sospesa ma vincolata a seguire un percorso di recupero per uomini maltrattanti. Il collegio penale, presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, lo ha assolto dai maltrattamenti aggravati in famiglia (perché commessi davanti ai figli minorenni) che erano un altro capo di imputazione contestato all’imputato, difeso dall’avvocato Andrea Nocchi. Il 32enne ha sempre respinto le accuse della donna. La moglie, una 28enne, anche lei nativa del Lazio, aveva sporto denuncia ai carabinieri il 15 aprile del 2024, dopo le percosse e una situazione di sofferenza familiare che andava avanti da tempo. Nel processo era parte civile con l’avvocato Luca Polita.
Il giorno prima della denuncia il marito era tornato a casa dal lavoro dicendole che aveva scoperto che lei si scambiava messaggi con un altro uomo. L’aveva trascinata in camera da letto per prenderle il telefonino e controllare i suoi sospetti. Trovati i messaggi aveva aggredito la moglie e le urla avevano impaurito i loro due figli che avrebbero assistito a tutto. Poi avrebbe portato la moglie a casa della madre di lei per svergognarla davanti a tutta la sua famiglia e accusandola di adulterio. Tornati a casa per cena aveva aspettato che la donna mettesse i figli a letto poi l’avrebbe fatta salire in auto chiudendola nell’abitacolo e bastonandola provocandole lesioni e una prognosi di 20 giorni. “Sei una p… ho ucciso una persona e ammazzo anche te” le avrebbe detto. Tornati a casa ci sarebbe stato l’abuso sessuale e i video. La mattina dopo ancora botte e minacce: “Te la faccio pagare”. La 28enne era riuscita a telefonare alla madre che le ha mandato in soccorso il fratello. Uscita da quella casa ha sporto denuncia ai carabinieri ed è andata in ospedale.
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