Migranti ad Albenga, si spezza il consiglio e salta la seduta: minoranza in piazza, maggioranza in Comune

Migranti ad Albenga, si spezza il consiglio e salta la seduta: minoranza in piazza, maggioranza in Comune


Albenga. “Non s’ha da fare”: manca il numero legale e salta la seduta del consiglio comunale incentrata sull’accoglienza dei migranti ad Albenga. È questo quanto accaduto nella serata di ieri, con il parlamentino ingauno che, convocato alle 20,30, si è letteralmente spezzato in due. 

Proprio così perché mentre i componenti della minoranza si sono riuniti in piazza San Michele, sede designata ma priva delle condizioni di sicurezza previste, la maggioranza si è invece posizionata nella sede canonica, all’interno di palazzo civico. 

La sola presenza in piazza di Diego Distilo (Aria Nuova per Albenga), Eraldo Ciangherotti (Forza Italia), Cristina Porro (Lega), Roberto Tomatis (Fdi) e Gerolamo Calleri non ha dunque garantito il numero legale per permettere di svolgere la seduta, che è stata rimandata a questa sera (6 settembre), con la medesima procedura della precedente: primo appello alle 20,30, seguito da un secondo alle 21,30, ma le premesse fanno presagire uno scenario identico a ieri, salvo colpi di scena. 

Consiglio migranti Albenga

Si è registrata anche l’assenza annunciata di un membro per parte: si tratta di Riccardo Minucci (Azione) della minoranza e di Vincenzo Munì (Italia Viva) della maggioranza, che nel pomeriggio avevanogià palesato l’intenzione di disertare il consiglio per “non prendere parte ad una farsa”. 

Nonostante la massiccia presenza di forze dell’ordine, per fortuna in piazza non si sono verificati scontri. Pochi i cittadini intervenuti, tolti amministratori e dipendenti comunali, ed è comparso qualche striscione, soprattuto di sostenitori delle posizioni della maggioranza: circa una trentina le persone presenti. Non è mancato qualche momento di tensione, in particolare in occasione del secondo appello da parte del presidente del consiglio comunale Distilo. 

Ma andiamo ad analizzare le motivazioni che hanno spinto i due schieramenti. 

Questa la posizione della maggioranza, sintetizzata da un discorso del sindaco Riccardo Tomatis all’interno della sala consiliare: “Stiamo veramente parlando del nulla e mi riferisco alle polemiche della minoranza: si tratta di meno 20 profughi. che non si fermeranno oltre il 31 ottobre. Una situazione temporanea e con numeri limitati, che non comporta nessun problema di ordine pubblico e sicurezza. Ci confortano le parole del vescovo Borghetti e speriamo che gli albenganesi tutti recepiscano il suo messaggio. Spesso, purtroppo, si perdono di vista i valori fondamentali dell’essere umano, vengono magari sbandierati per facciata ma poi si perdono facilmente”.

Consiglio migranti Albenga

Sul motivo della mancata presenza al consiglio in piazza San Michele: “Non vogliamo teatralizzare un dramma umano come questo. Le persone accolte sono profughi di guerra, persone che hanno affrontato dolori e difficoltá inimmaginabili. Si tratta di una situazione drammatica, che non va certa discussa in questo modo. Il punto all’ordine del giorno, poi, é espressione del più becero razzismo mascherato da finta umanità. La minoranza si è nascosta dietro una presunta inadeguatezza della sede scelta (l’ex Anfi) con l’obiettivo di liberarsi di fatto di queste persone: un comportamento che cela una forma di razzismo, emersa anche nella raccolta firme promossa da componenti della minoranza. Sentimenti e modi di fare che non appartengono alla maggior parte degli albenganesi”.

“Come amministrazione ribadiamo ancora una volta la disponibilitá sia ad incontrare i cittadini di Albenga, e i residenti di Vadino in particolare, sia a svolgere la seduta del consiglio in questione, ma ció deve avvenire nella sede canonica. Inoltre, per far sí che il consiglio si svolgesse in piazza sarebbe stato necessario il rispetto di misure di sicurezza che il responsabile designato ha declinato all’interno di un piano ad hoc: queste misure non sono state soddisfatte. Quindi, al di là delle motivazioni espresse in premessa, non essendoci nemmeno le condizioni di sicurezza, abbiamo ritenuto doveroso non partecipare. E precisiamo che le misure in questione hanno anche costi elevati per essere soddisfatte: parliamo di una cifra, di soldi pubblici, superiore ai 5mila euro. Riteniamo totalmente illegittimo spenderli per spettacolarizzare la campagna elettorale della minoranza. Infine, in sala consiliare le persone possono assistere di persona, ma anche in streaming, mentre la piazza sarebbe circoscritta ai soli presenti”, ha concluso il sindaco a nome della maggioranza. 

Consiglio migranti Albenga

Diametralmente opposta, ovviamente, la posizione dei 5 consiglieri di minoranza: “Poteva presentarsi in consiglio comunale in piazza, così come in qualsiasi altra sede, e dimostrare di essere un sindaco serio e rispettoso delle principi più elementari della democrazia. Invece, Riccardo Tomatis ha scelto lo scontro, cercando di evitare il confronto nella piazza pubblica: prima mettendo in imbarazzo il Prefetto e poi costringendo gli uffici comunali a trovargli un cavillo burocratico per rifugiarsi nella sua comoda poltrona del palazzo. Speriamo che gli albenganesi prendano atto di questa situazione, anche perché all’esterno sta emergendo l’immagine di una amministrazione in fuga dalle proprie responsabilità. Solo ad Albenga, grazie alla giunta Tomatis, abbiamo un sindaco che rifiuta una seduta consiliare nella piazza simbolo della partecipazione democratica”.

Ecco le note tecniche sulla sede ex Anfi e sull’accoglienza ad Albenga. 

IL CENTRO

Il centro è “a tempo”, ovvero sarà attivo fino al 31 ottobre. Per quanto riguarda le persone accolte si tratta di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale (non risulta prevista la presenza di minori) e la sede ingauna garantisce un massimo di 20 posti (a rotazione). 

LE REGOLE E I COSTI

Le regole all’interno del centro prevedono rientro serale obbligatorio entro le 22 e decreto di espulsione per chi non torna entro l’orario stabilito o superi le 72 ore lontano dal centro stesso. Sui costi, la spesa presunta è di circa 116mila eurointeramente a carico del Ministero dell’Interno. 

LA GESTIONE DELL’ACCOGLIENZA

A livello nazionale, ad occuparsi dell’accoglienza è Croce Rossa Italiana, che ad Albenga, dopo un confronto con la Prefettura, ha però specificato di “non disporre di sufficienti risorse e mezzi idonei a soddisfare il fabbisogno dei servizi richiesti”.

L’accoglienza ad Albenga è stata quindi affidata ad un raggruppamento temporaneo composto da cooperativa Jobel, croce bianca e diocesi di Albenga-Imperia.

L’ITER

Lo scorso 11 aprile, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo “stato di emergenza sull’intero territorio nazionale”, cui ha fatto seguito un’ordinanza del Capo del Dipartimento di Protezione Civile contenente “le prime disposizioni per fronteggiare lo stato di emergenza”. Disposizioni di cui i Comuni del savonese, come altri, sono venuti a conoscenza nell’ambito di una riunione che si è svolta il 18 luglio, in cui “è stata evidenziata la necessità di reperire strutture pubbliche da destinare, temporaneamente, alla primissima accoglienza”. 

Ne è seguita, prendendo il caso specifico di Albenga, una richiesta da parte della Prefettura di visionare il Piano Comunale di Protezione Civile (che contiene, tra le altre, le sedi selezionate per ospitare persone che, ad esempio, in caso di incendio, terremoto o altra calamità, risultano provvisoriamente sprovviste di dimora). 

A quel punto, lo scorso 24 luglio, la Prefettura ha chiesto ufficialmente al Comune di mettere a disposizione la palestra della scuola primaria “Paccini”, di corso Dante Alighieri, dove si è svolto un sopralluogo ad hoc lo scorso 25 luglio. Ma, anche in seguito ad un confronto tra i due enti, la struttura è stata considerata “non idonea” e, il 31 luglio, si è poi optato per l’ex sede Anfi.

LE POLEMICHE

La questione relativa all’arrivo dei migranti ha di fatto catalizzato l’attenzione della politica albenganese nelle ultime settimane, con duri botta e risposta tra la maggioranza e la minoranza. 

Critici su gestione dei tempi e scelta della sede ex Anfi sono stati in particolare Lega e Forza Italia, mentre l’amministrazione ha sempre difeso il proprio operato e soprattutto quello del sindaco Tomatis definendo le polemiche “unicamente strumentali”.

Polemiche che hanno dunque accompagnato il cammino verso il consiglio odierno (su cui è intervenuto con un parere anche il Prefetto), in dubbio fino all’ultimo per la scelta del presidente Distilo di convocarlo in piazza San Michele, invece che nella sede canonica.  




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