BARI – Moreno Longo cavalca l’onda lunga di quanto successo e analizzato martedì scorso contro la Carrarese. Il 2-2 da incubo con la Reggiana, sesto “ics” consecutivo e sempre sullo stesso palcoscenico del San Nicola (dove il Bari quest’anno ha vinto una sola volta su sette), offre al tecnico biancorosso la possibilità di tirare amaramente le somme al termine del ciclo di partite ravvicinate iniziato con il pareggio sul campo dello Spezia, proseguito sei giorni fa con l’ennesima divisione della posta contro i toscani di Calabro e giunta al capolinea ieri pomeriggio di fronte agli emiliani di Viali. Il tecnico del Bari fa i salti mortali provando a prendere per il verso giusto tutti gli aspetti già scandagliati negli ultimi giorni. Un modo per sondare il terreno a dodici giornate dall’avvio del campionato. Ed un tentativo di mettere sul tappeto gli argomenti tecnici e tattici condensati nella prova suicida fornita dalla squadra. In tal senso, permangono i termini vuotati nel sacco da alcune settimane a questa parte. Ovvero, la necessità di aumentare il saldo positivo di un attacco non più tristemente isolato nella sua quarantena grazie ai gol di Benali e Novakovich. Doppio vantaggio inutile perché legato alla incapacità di sfruttare in maniera armonica il complesso del gioco prodotto, capitalizzando sforzi ed energie riversati nel corso della gara.
Un Bari artefice di un finale thriller prestato il fianco ad un avversario ormai alle corde: «Abbiamo gestito male la situazione generale – dice Longo – facendo quello che non dovevamo in termini di non possesso. Bisognava giocare in avanti. Invece ci siamo tirati addosso l’avversario. Sul 2-1 la partita si è riaperta e sono cambiate le condizioni psicologiche. Dobbiamo analizzarci bene tutti. Una partita così la pareggi se hai dei limiti. Devi farti un esame di coscienza. Parliamo di due punti persi e fa molto male. La partita era vinta. Dovevi avere la forza e l’astuzia di condurla in porto». L’uscita di Sibilli sembra aver inciso alla distanza: «È normale parlare col senno di poi – continua Longo -. Gli inserimenti di Favilli e Novakovich volevano invece premiare due ragazzi che si allenano bene. Non è facile subentrare. Due innesti azzeccati». A conti fatti, arriva il sesto pari consecutivo. Un passo falso: «È ovvio essere preoccupati. I punti persi adesso sono troppi. Sarò l’ultimo a mollare. Contraccolpo psicologico? Può succedere. Nessuno di noi voleva pareggiare, ma se è successo è perché ci manca qualcosa. Ognuno di noi si deve prendere le proprie responsabilità. In carriera, non mi era mai successo».
«Siamo dispiaciuti per i tifosi – allunga il mister -. Non voglio pensare che ci sia un problema San Nicola. Le partite in casa devono essere un punto di forza. Questo dato non va messo in discussione». La chiosa sugli errori nelle ripartenze con due gol di vantaggio: «Non abbiamo sbagliato solo questo, ma soprattutto la gestione del doppio vantaggio. Un conto è mantenere un possesso finalizzato ad andare in avanti. Un altro è muovere la palla per far passare il tempo. E non va bene. Se metti tre palle dietro sul sinistro, piede debole di Radunovic, vuol dire che non sei lucido. Pareggiare così fa male».
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-03 14:21:55 da
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