PISTOIA – Due ragazze di quindici anni scomparse a distanza di pochi giorni l’una dall’altra nello stesso anno il 1983, Mirella a maggio ed Emanuela a giugno.
Se ne è parlato a lungo a Giallo Pistoia: la mattinata di sabato, nella sala Terzani della San Giorgio, è stata luogo di un dibattito, moderato da Antonio Fusco, sui “misteri romani”.
La sala era completamente piena, molte persone sono rimaste in piedi, ma la cosa che ha colpito di più è stata la presenza di molti ragazzi delle Einaudi che hanno dimostrato una soglia di attenzione molto alta per vicende risalenti a più di quarant’anni fa.
Nella prima parte hanno partecipato Mauro Valentini, autore di “Mirella Gregori cronaca di una scomparsa”, Pietro Caliceti autore di “Vatican Tabloid” e Massimo Lugli autore di “La ragazza del Vaticano”.
Successivamente poi si è tenuto un incontro con Pietro Orlandi su “Emanuela Orlandi: 40 anni di misteri” intervistato dalla criminologa Anna Vagli.
Antonio Fusco nella sua introduzione parla dei fatti misteriosi e irrisolti avvenuti agli inizi degli anni ottanta, da Ali Ağca alla banda della Magliana, dallo IOR di Marcinkus al finanziamento di Solidarność ad opera di Papa Karol Józef Wojtyła. La scomparsa delle due ragazze è uno di questi: molte le piste da seguire ma nessuna soluzione trovata, una realtà che è stata lo spunto per romanzi e film.
Gli inizi degli anni Ottanta vedevano ancora i due blocchi contrapposti est ed ovest, il Vaticano allora giocava un ruolo molto importante. Il “caso Orlandi” ha avuto fin da subito una connotazione internazionale per vari motivi, a partire dal Papa polacco. Molte le verità chiuse all’interno dello Stato Vaticano che ha un suo proprio servizio segreto senza nome, risalente al ‘500, che viene definitob”l’entità”, coinvolto fino ad oggi in svariate operazioni.
Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem «Non bisogna moltiplicare gli elementi più del necessario.» Dato un fatto e diverse spiegazioni, quella più semplice quasi sempre è quella giusta. Forse non è stato un rapimento ma semplicemente un omicidio. Recenti ricerche hanno stabilito che a Roma in quegli anni 34 adolescenti non hanno più fatto ritorno a casa.
Il caso si è riaperto negli anni Duemila, quali sono le prospettive? Nessuna. La verità sta sottoterra e ci rimarrà per sempre. Il caso Orlandi ha dato la stura a moltissime interpretazioni, ha creato un sistema in cui la realtà è diventata impossibile da raggiungere: mille teorie, ambiguità, falsità ed interesse.
L’intervento del fratello di Emanuela, Pietro, è appassionato e dura quasi due ore. Si percepisce la rabbia e al tempo stesso la voglia di continuare a cercare, di dare una spiegazione a tutto appellandosi a chi può farlo ma che oramai lo considera solo un impiccio.
Voglio chiudere con le parole di Lugli “noi siamo stati qui non a raccontare di intrighi e misteri, abbiamo parlato del dolore, la scomparsa è peggio di un omicidio, una persona scomparsa non dà luogo ad elaborare un lutto, vuol dire sperare sempre, trasalire ad ogni telefonata e di fronte a questo solo l’augurio che i familiari trovino finalmente la pace”.
www.reportpistoia.com è stato pubblicato il 2024-04-15 10:30:54 da Stefano Di Cecio
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