3′ di lettura
09/01/2025
– Sulla spiaggia di Levante, una delle mete balneari più apprezzate della costa adriatica, è stato rilevato all’altezza dell’Hotel President’s un fenomeno che preoccupa: due aree di sabbia nera, simili a concrezioni o croste maleodoranti, che si sfaldano al tatto, pur avendo una consistenza assai superiore a quella della normale sabbia. A segnalare l’anomalia è il gruppo ambientalista EveryOne, che chiede chiarezza sulle origini del fenomeno.
La scoperta è stata fatta dagli attivisti dell’organizzazione durante una passeggiata sul litorale. Le ipotesi sono molteplici e richiedono accertamenti tempestivi: potrebbe trattarsi di un ripascimento sbagliato, di uno sversamento di idrocarburi, di un evento naturale o, nel peggiore dei casi, di contaminazioni derivanti da scarichi fognari.
“In genere le località balneari tendono a ‘insabbiare’ fenomeni di questo tipo,” spiega Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group. “Si parla spesso di sabbie preistoriche riemerse, di ceneri vulcaniche trasportate dalle correnti o di azioni naturali legate ai microorganismi. Ma dietro queste spiegazioni rassicuranti non sempre si cela la verità. Ecco perché è fondamentale effettuare analisi approfondite e comunicare ai cittadini i risultati in modo trasparente. La salute pubblica deve venire prima di qualsiasi altra priorità, anche di quella turistica. In questo senso, l’Assessorato all’Ambiente e alla Sostenibilità di Pesaro si è sempre mostrato attento e scrupoloso, capace di intervenire con coraggio e diligenza. Ecco perché siamo certi che conosceremo presto la reale natura dell’evento”.
L’episodio ricorda situazioni simili, come quella della spiaggia di San Leone in Sicilia, dove sabbia nera e odori acri sono stati attribuiti a un’elevata concentrazione di carbonio organico (TOC, Total Organic Carbon), rivelando la presenza di contaminanti organici. Lì, come in altre località, dopo numerosi rassicurazioni da parte delle autorità, che escludevano qualsiasi contaminazione, si è scoperto che la causa principale era legata a frequenti sversamenti fognari.
Secondo l’associazione Mareamico, che ha collaborato con l’ARPA per analizzare il fenomeno a San Leone, l’inquinamento era causato da infrastrutture fognarie obsolete e mal gestite, che contaminavano la sabbia e le acque circostanti.
Per Pesaro, la posta in gioco è alta. La spiaggia di Levante è un simbolo del turismo locale e una notizia del genere potrebbe avere ripercussioni sull’economia della zona. Tuttavia, come sottolinea Malini, “mettere la salute pubblica e la tutela ambientale in cima alla scala dei valori è una responsabilità irrinunciabile. I turisti di oggi sono sempre più attenti alla sostenibilità e alla qualità dell’ambiente. Un impegno trasparente verso la verità potrebbe persino trasformare un evento inquietante in un’opportunità”.
EveryOne Group, che ha già allertato l’Assessorato all’Ambiente, ARPA Marche e la Guardia costiera chiede interventi immediati e trasparenti. “Le analisi devono essere svolte in tempi brevi e i risultati resi pubblici,” conclude Malini. “Solo così sarà possibile circoscrivere il fenomeno, che appare ancora di ridotte dimensioni, individuare eventuali responsabilità e avviare una bonifica, se necessaria”.
Nel frattempo, i cittadini di Pesaro e gli amanti della spiaggia attendono risposte. L’estate potrebbe sembrare lontana, ma il tempo stringe ed è fondamentale che il litorale di Levante si presenti ai turisti come un luogo sicuro e accogliente.
Vuoi ricevere le notizie più importanti di Vivere Pesaro in tempo reale su WhatsApp o Telegram?
Per WhatsApp vai su https://whatsapp.com/channel/0029VaE9I7zHbFVAsvutVI2Z e clicca su “iscriviti”
Per Telegram vai su https://t.me/viverepesaro e clicca su “unisciti”
Per segnalazioni invia il tuo messaggio su WhatsApp al 371.6438362 oppure via mail a [email protected]
www.viverepesaro.it è stato pubblicato il 2025-01-09 15:47:17 da
0 Comments