C’è il giudizio definitivo della Corte di Cassazione sulla condanna per discriminazione di genere nei confronti di un Ente locale della provincia di Rimini a seguito delle molestie sessuali subite da una propria dipendente nel 2020 da parte di un collega. Con sentenza dello scorso 21 dicembre si conferma dunque la condanna da parte della Corte di appello di Bologna del 16 ottobre 2023, riconoscendo in capo all’Ente locale la discriminazione di genere.
Una decisione che oggi, commenta la consigliera di partità della Provincia Adriana Ventura, “assume un valore molto importante, stante un momento che storicamente vede un significativo incremento dei fenomeni di violenze e molestie in ambito lavorativo”. Rigettando il ricorso dell’Ente, la Cassazione fa riferimento anche ai principi della Convenzione del Consiglio di Europa che richiama l’impegno degli Stati membri ad “assicurare le tutele riconosciute nella convenzione stessa, in particolare sull’eliminazione della violenza e delle molestie nei luogo di lavoro, assicurando ogni misura di protezione alle vittime”. Nel 2024 sono state rappresentate all’ufficio della consigliera di parità tre casi. I dati relativi a fenomeni che accadono nel corso della prestazione lavorativa vedono in prevalenza vittime le donne.
Sono, prosegue Ventura, “fenomeni ricorrenti che impongono di tenere alta l’attenzione e di dotarsi, ciascuno nel proprio ambito, di strumenti in grado di prevenirli e contrastarli”. Le condotte improprie possono infatti “pregiudicare non solo la sfera individuale della vittima, ma anche la vita di relazione e la comunità di cui si è parte”. E’ dunque opportuno, conclude, “richiamare con forza” la responsabilità del datore di lavoro per ciò che attiene il tema della prevenzione e del contrasto alle molestie nei luoghi di lavoro: “Questa sentenza quindi un vero e proprio monito”.
www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2025-01-09 17:13:45 da
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