Molfetta, challenge folle impazza sui social tra i 15enni: «Attraversare i binari con il treno in corsa»



MOLFETTA – È un racconto sconvolgente quello che arriva da una madre di Molfetta che è riuscita a strappare dalla morte sua figlio, appena 15enne. Tutto ruota intorno alle cosiddette sfide o challenge divenute sempre più diffuse sul web, amplificate dai social e dal pubblico potenzialmente enorme. Ogni sfida online viene registrata e i video (a volte di natura violenta) viaggiano sui social. I contenuti diventano virali e popolari con rischio emulazione.

Veniamo alla challenge del quindicenne di Molfetta che aveva accetto di sfidare altri suoi coetanei per dimostrare forza, coraggio e di guadagnarsi – come ha riferito la madre – di passare ad un livello superiore, oltre che di rimanere nel gruppo. «Erano giorni che vedevo mio figlio particolarmente inquieto, alle prese con messaggi che arrivavano continuamente sul suo smartphone – commenta la donna – La situazione peggiorava ora dopo ora e persino di notte. Non dormiva e continuava a smanettare per rispondere a dei messaggi». Ed è proprio sulla questione dei messaggi notturni che la madre del quindicenne di Molfetta si è insospettita. «Ho approfittato di una distrazione di mio figlio – prosegue la donna nel suo racconto – per entrare in possesso del suo telefono dove ho appreso solo alcuni dei tanti misteri di un mondo che non mi appartiene. Non è stato facile capire di cosa si trattasse, ma in tutto ciò mi sono appuntata una data e un’ora in cui qualcosa sarebbe dovuto accadere». Dunque, una sorta di appuntamento a cui il ragazzo non poteva assolutamente mancare e a cui, fortunatamente, non è mancata nemmeno sua madre. «Per me non è facile raccontare tutto questo – ha precisato la donna – ma vorrei tanto che la fortuna di essere riuscita ad arrivare in tempo possa essere la fortuna di altre famiglie in queste stesse condizioni».

Sono parole di preoccupazione che fanno da preludio a quello che la madre del quindicenne di Molfetta ha riferito poco dopo. «Un giorno feriale, in orario scolastico, con mio figlio che non ha mai mancato una lezione. Ho pensato ad uno scherzo, ad un divertimento, ma invece così non è stato – ha affermato la madre – e grazie al registro elettronico scolastico ho appreso che mio figlio quel giorno non era andato a scuola, seppure era uscito di casa alla stessa ora come ogni mattina». Il ragazzo era determinato ad affrontare quell’ultima sfida prima di passare ad un livello superiore. «Ho iniziato in tutti i modi a cercare mio figlio – ha proseguito la donna – ho informato del mio sospetto le famiglie dei suoi amici ed in particolare il padre di uno dei ragazzi che mio figlio frequentava di più. L’uomo ha compresso il mio dramma, è andato a scuola di suo figlio e l’ha obbligato a farsi raccontare tutto. Solo grazie a lui siamo riusciti a strappare Marco (ndr è il nome del ragazzo) da una morte certa. Era lì, a circa trecento metri dalla stazione ferroviaria, nei pressi di Rione Paradiso: aveva già scavalcato la recinzione, era vicino ai binari ed in lontananza ho udito il treno che sopraggiungeva. Ho urlato come una matta, ho corso freneticamente e alla fine sono riuscita a bloccarlo. Avrebbe atteso il treno per poi lanciarsi nel vuoto qualche secondo prima per schivarlo» per una sfida che forse avrebbe perso».

Un racconto assurdo che la donna ha già esposto ai servizi sociali di Molfetta dopo aver informato anche la dirigente scolastica del suo istituto superiore. Nei prossimi giorni, presso l’istituto scolastico frequentato dal ragazzo si terranno assemblee di istituto alla presenza di psicologi ed esperti nel tentativo di frenare un’emorragia sociale incontrollabile.


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-09 07:00:00 da


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