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20/11/2024
– Negli ultimi dieci giorni, il litorale pesarese è stato teatro di un fenomeno inquietante: decine di muggini morti sono apparsi lungo il bagnasciuga, soprattutto lungo la spiaggia di ponente, destando interrogativi e allarmi tra cittadini e osservatori ambientali.
Oggi, il fenomeno sembra in via di risoluzione, ma le sue cause rimangono oggetto di discussione. Tra le ipotesi principali figurano un episodio di mucillagine e una possibile epidemia batterica.
Il fenomeno ha coinciso con la presenza di chiazze di mucillagine di colore marrone chiaro, nonostante le temperature relativamente fresche (10-12 gradi). La mucillagine, un aggregato di sostanze organiche prodotte da alghe e microorganismi, è nota per il suo impatto sull’ecosistema marino. La prima ipotesi formulata dagli osservatori della morìa, soprattutto in considerazione del basso fondale adriatico, è stata la decomposizione della mucillagine, fenomeno che può creare zone di ipossia o anossia, oltre all’ostruzione delle branchie dei pesci: eventi che avrebbero potuto soffocare i muggini.
Un’altra spiegazione plausibile riguarda una possibile epidemia di fotobatteriosi, nota in passato come pasteurellosi. “Questa malattia infettiva, causata dal microrganismo Photobacterium damselae,” spiega Roberto Malini, studioso e attivista per l’ambiente, “può colpire diverse specie marine e provocare sintomi gravi, inclusa la morte. I muggini o cefali sono particolarmente sensibili alla fotobatteriosi, che potrebbe aver alterato le loro carni, rendendole tossiche. Questo spiegherebbe il comportamento insolito di gabbiani e corvi, che non si sono nutriti dei pesci, scoraggiati probabilmente dalla presenza di ammoniaca o altre sostanze sgradevoli prodotte dai batteri”.
L’evento, seppur circoscritto e in fase di risoluzione, rappresenta un monito importante sull’equilibrio precario degli ecosistemi marini. Malini conclude: “La delicatezza degli equilibri marini risulta evidente anche da questi fenomeni, che inquinamento e cambiamento climatico rischiano di amplificare a dismisura, È fondamentale proteggere i nostri fondali, nonché intensificare il monitoraggio e la ricerca, per comprendere meglio questi eventi e prevenire futuri episodi”.
L’attivista ha segnalato l’evento all’Arpa e alla Capitaneria di porto. Le autorità locali e i ricercatori sono già all’opera per analizzare campioni di acqua e pesci, al fine di determinare con certezza le cause di questa moria. Nel frattempo, il mare di Pesaro sembra lentamente tornare alla normalità, ma l’attenzione deve rimanere alta per proteggere il nostro ricercato patrimonio naturale.
www.viverepesaro.it è stato pubblicato il 2024-11-20 11:50:24 da
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