Morto in cella ad Albenga, prima udienza nel processo per calunnia

Morto in cella ad Albenga, prima udienza nel processo per calunnia



Albenga. Nuovo capitolo giudiziario sul caso della morte del 33enne Emanuel Scalabrin, avvenuta nel dicembre 2020 nella caserma dei Carabinieri di Albenga: al via il processo a carico di Paolo Pelusi, arrestato insieme a Scalabrin, e oggi accusato di calunnia.

Questa mattina si è tenuta la prima udienza nel procedimento penale in corso per il reato di calunnia: l’imputato era stato arrestato insieme a Scalabrin durante un’operazione antidroga, ma aveva affermato di aver sentito il 33enne urlare per chiedere aiuto durante la loro detenzione proprio nella caserma di Albenga. Le accuse, tuttavia, erano state evidenziate quindici giorni dopo il decesso del 33enne, quanto lo stesso Pelusi era rinchiuso nel carcere di Imperia.

In seguito era stata stabilita la morte per cause naturali, dovute a un malore: l’autopsia sul corpo di Scalabrin aveva escluso segni di violenza. Per questo undici carabinieri in servizio al momento dei fatti hanno deciso di querelare per calunnia Pelusi (ma anche la moglie di Scalabrin, che sosteneva pubblicamente la stessa tesi dei maltrattamenti).

Nel corso del dibattimento odierno, sono stati ascoltati i vari medici e valutate le perizie relative alla morte del 33enne, sono stati sentiti i militari querelanti e l’ex comandante della compagnia Carabinieri dell’epoca, il tenente colonnello Sergio Pizziconi.

Durante la discussione in aula le parti offese hanno evidenziato l’assenza di qualsiasi forma di maltrattamento nei confronti di Scalabrin.

Il processo proseguirà con l’esame di altre prove e testimonianze relative alla ricostruzione degli accadimenti oggetto dell’iter giudiziario.





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