Narcos a Manfredonia, 8 arrestati. Lo spauracchio dei Li Bergolis-Miucci per intimorire i clienti debitori


Sono otto gli arrestati per narcotraffico a Manfredonia. I carabinieri hanno fermato Antonio Albonino detto “Tottino”, 22 anni, Matteo Bottalico, 50 anni, Libero Caputo detto “Lino”, 47 anni, Bartolomeo De Benedittis detto “Alby”, 31 anni, Bartolomeo De Benedittis detto “Alberto”, 33 anni, Alessio Del Nobile, 56 anni, Elia Fatone, 44 anni e Giuseppe Guerra detto “Pipi”, 41 anni. Carcere per tutti tranne per Albonino, finito ai domiciliari. Nella lista spicca Elia Fatone, già condannato di recente sempre per vicende di droga.

Il traffico di droga degli indagati è ricostruito in una ordinanza di oltre 270 pagine firmata dal gip Protano. Nel mirino le vendite in riva al golfo di cocaina e hashish, in alcuni casi contrassegnate dal logo del Barcellona fc. Lo stupefacente sarebbe stato nascosto anche in una cuccia per cani in un’abitazione in uso ad Alby De Benedittis a “Sciale degli Zingari”, villaggio a sud di Manfredonia.

Presunte minacce ai clienti debitori: “Al fine di rafforzare la portata intimidatoria delle sue azioni – si legge nelle carte in riferimento ad Albonino e altri non identificati -, riferiva alle vittime che il creditore della somma di denaro fosse Antonio Miucci, figlio di Enzo Miucci (il boss del clan Li Bergolis-Miucci, ndr), al punto da costringere le persone offese a consegnare il denaro preteso ad Albonino in almeno due tranche”.

“Orbene – si legge ancora in ordinanza -, il riferimento ad Antonio Miucci (attualmente detenuto come il padre) operato da Albonino, quale mandante e determinatore ed in ultima istanza beneficiario del denaro consegnato da un cliente ad Albonino, sebbene non idoneo a dimostrare l’effettivo coinvolgimento del Miucci nel disegno estorsivo, certamente è stato utilizzato intenzionalmente da Albonino per rafforzare la portata intimidatrice delle minacce proferite alle vittime. Per tale ragione si ritiene utile ripercorrere tutti gli elementi da cui poter desumere che il riferimento a ‘Riccardo’, richiamato dall’Albonino in diverse circostanze, fosse effettivamente ed immediatamente identificativo di Antonio Miucci”.

E ancora: “Viene in rilievo la circostanza riferita dallo stesso Albonino sul conto del suo mandante ‘Riccardo’, del quale dice che quel periodo aveva la moglie ricoverata ed era in attesa di un figlio: ‘E sinceramente come tu hai problemi ce li ha anche Riccardo. Figli neonati e la moglie ricoverata’. In effetti tale circostanza – evidenzia il gip – era compatibile con la persona di Antonio Miucci, la cui compagna al momento della conversazione era ricoverata presso gli ospedali Riuniti di Foggia per complicanze legate allo stato avanzato della sua gravidanza”.

Secondo gli inquirenti, “altro elemento individualizzante di ‘Riccardo’ lo si desumeva dall’affermazione dello stesso ‘cliente’, che nella medesima conversazione sopra richiamata, dopo aver sentito il nome ‘Riccardo’ esclamava perentoriamente: ‘Miucci!’. Il riconoscimento operato direttamente dalla persona offesa di Miucci quale mandante e beneficiario della pretesa economica subita – si legge -, non lascia dubbi sulla effettiva percezione da parte del cliente che il riferimento a ‘Riccardo’ fosse da intendere ad Antonio Miucci”.

In una nota stampa, i carabinieri hanno scritto che “l’operazione ha consentito di documentare, da gennaio ad agosto del 2023, un florido traffico di cocaina e hashish, vendute sia all’ingrosso che al dettaglio nella città di Manfredonia, nonché di accertare il ricorso alla violenza e a minacce di ritorsioni da parte di un indagato nei confronti di 2 vittime, per la riscossione di un debito di oltre 2mila euro maturato per l’acquisto di droga, poi saldato in almeno due tranche. A riscontro delle attività condotte, nel corso delle indagini 2 persone sono state arrestate per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e 7 assuntori sono stati segnalati alla Prefettura di Foggia”.

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www.immediato.net è stato pubblicato il 2024-06-18 23:46:14 da Redazione


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