COSENZA Qualcuno chiede un “pensiero“, qualche altro un “fiore“. Termini utilizzati in gergo criminale per indicare una dazione di denaro evidentemente non lecita. Nelle aule di tribunale, nel corso dei processi, e nelle carte delle inchieste alla voce estorsioni trovano spazio alcune parole criptiche legate al pagamento della tassa non dovuta. Il pizzo imposto ai poveri imprenditori, minacciati, vessati, colpiti dalla prepotenza del signorotto di turno. I boss ordinano ed i gregari e soldati eseguono. Una consuetudine che si rivela tale a tutte le latitudini, non c’è provincia della Calabria dove il racket del pizzo non venga esercitato ricorrendo – se necessario – anche alle maniere forti. E Natale, così gli altri periodi festivi diventano occasione ghiotte per richiedere una tranche più…
www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-12-25 13:03:04 da Redazione Corriere
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