VIBO VALENTIA Una misura di custodia cautelare annullata e la possibilità, quindi, di farsi vivo dopo mesi di latitanza. È l’effetto dell’esito del lungo tira e molla tra accusa, difesa e giudici sulla posizione di Gaetano Emanuele (cl. ’75) considerato il “reggente” della cosca in virtù del ruolo di luogotenente in assenza del fratello Bruno, vero capo della cosca di ‘ndrangheta omonima. Gaetano Emanuele, infatti, era stato raggiunto da un ordine di carcerazione firmato dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, in seguito al blitz “Habanero” della Distrettuale antimafia di Catanzaro. Al momento della notifica dell’arresto, però, casa Emanuele non c’era, facendo perdere le sue tracce per sei mesi esatti.
La “Strage di Ariola”
L’inchiesta avrebbe fatto luce – secondo l’accusa –…
www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-12-21 19:09:45 da Redazione Corriere
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