Poteva essere un vertice di maggioranza dirimente per affrontare le tensioni all’interno della coalizione di centrodestra ma così, alla fine non è stato. Il lungo vertice di palazzo d’Orleans conclusosi poco dopo le 20, ha trattato, alla fine, un solo argomento ovvero l’uso del tesoretto da 25 milioni di euro resosi disponibile. Almeno questa la versione ufficiale, ma radio palazzo racconta che qui si è arrivati dopo un altro confronto in punta di spillo fra i partiti della coalizione.
Chi c’era al tavolo di maggioranza
Al tavolo di maggioranza c’erano tutti i partiti della coalizione con una rappresentanza composta da due o tre persone per ogni forza politica. A presiedere, naturalmente, era il Presidente della Regione naturale leader della coalizione. Per Forza Italia c’era il coordinatore Marcello Caruso con i capogruppo Stefano Pellegrino. Per Fratelli d’Italia c’era il Commissario Luca Sbardella e il capogruppo Giorgio Assenza. Per la Lega Luca Sammartino, il coordinatore Nino Germanà e il capogruppo Salvo Geraci. tre gli uomini della Democrazia Cristiana, il segretario nazionale Totò Cuffaro, il segretario regionale Stefano Cirillo ed il capogruppo Carmelo Pace. Per Noi Moderati Saverio Romano, il coordinatore Massimo dell’Utri e la deputata Marianna Caronia, per i popolari e Autonomisti Raffaele Lombardo e Fabio Mancuso.
Nessun accordo sul tesoretto
La discussione si è presto posata sull’uso dei fondi disponibili, un tema ancor più delicato alla luce dello stop ad ogni tentazione di mancette. Un accordo sull’uso delle risorse poteva essere un buon viatico per tranquillizzare gli animi della coalizione. Ma l’accordo non c’è stato. Troppo pochi 25 milioni per le grandi opere o interventi, troppi per interventi minori ma insufficienti per rispondere alle idee di tutti.
Sul tavolo anche la proposta di Noi Moderati di usarli per provvedimenti che servano ad abbattere le liste d’attesa in sanità ma su questo tema il Presidente della Regione, ha informato che si prevederanno risorse anche maggiori in sede di assestamento di bilancio a settembre.
Il nodo delle nomine legato alla finanziaria
Ma radio palazzo racconta una storia diversa che nessuno conferma. La discussione si sarebbe incentrata formalmente solo sul tesoretto ma in realtà gli alleati hanno fatto capire chiaramente l’uno a all’altro che se non si raggiunge un accordo sulle nomine di sottogoverno che sono pendenti non sarà facile tenere in riga la maggioranza.
la proposta politica è di trattare nomine e tremi finanziari parallelamente, insieme, in modo che le compensazioni fra le forze possano farsi in un’unica sede. legando i temi fra loro si blinderebbe anche la finanziaria in aula
Alla fine la riunione è stata sciolta senza un vero accordo ne su questo ne su altri temi ed è stata aggiornata alla prossima settimana. Troppo spinose le questioni interne alla maggioranza per affrontarle in questa sede. Bisognerà, probabilmente, far decantare ulteriormente gli animi. Ma una settimana potrebbe non bastare
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