Una lettera di minaccia è stata recapitata, lo scorso agosto, all’avvocato agrigentino ed ex consigliere comunale Giuseppe Arnone. Nella busta, fatta trovare nella cassetta della posta, consegnata alla squadra mobile che l’ha inviata alla polizia scientifica, c’era una garza sporca di sangue. Arnone ha denunciato l’accaduto alla squadra mobile. Lo aveva già fatto nel maggio 2022, quando aveva ricevuto un’altra intimidazione.
Quella di agosto, così come ricostruisce Arnone ai poliziotti, “era firmata falsamente con i nomi di persone con cui ho avuto contrasti al Comune negli anni ’90 e con le quali adesso intercorrono rapporti
nuovamente cordiali”.
Arnone ritiene che la lettera sia stata scritta dalla stessa mano della missiva del maggio 2022 “pure contenente garze e cerotti sporchi di sangue, pure con firma falsa del mittente, in questo caso di un politico mio avversario defunto da 10 anni”. Arnone ha spiegato alla polizia che l’utilizzo dei nomi apocrifi serve a far comprendere che le minacce provengono da chi segue Arnone da sempre.
In quest’ultima lettera, pure sequestrata dalla polizia, si leggevano espliciti insulti e minacce finalizzate a chiudere la bocca al politico (“… tappati la bocca merda”).
Contestualmente l’ex consigliere ha denunciato quella che definisce una “situazione di costante censura in relazione alle richieste di risarcimento danni formulate dallo scrivente per le diffamazioni subite nel novembre 2016 (ingiusto arresto in carcere)”.
Arnone, infine, sottolinea che le minacce “devono essere valutate e conosciute dalle Istituzioni e
dall’opinione pubblica” anche e soprattutto alla luce delle “ennesime dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia pluriomicida – Franco Cacciatore – in ordine ai ‘progetti omicidiari’ maturati dentro Cosa Nostra in mio danno e fortunatamente non realizzati”. Nel 2021, ricorda Arnone, il prefetto di Agrigento inviò una nota al procuratore capo dell’epoca per sottolineare i rischi per l’incolumità dell’avvocato.
Arnone, infine, sottolinea che le minacce “devono essere valutate e conosciute dalle Istituzioni e dall’opinione pubblica” anche e soprattutto alla luce delle “ennesime dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia pluriomicida – Franco Cacciatore – nel corso di una udienza in Tribunale in ordine ai ‘progetti omicidiari’ maturati dentro Cosa Nostra in mio danno e fortunatamente non realizzati”. Nel 2021, ricorda Arnone, l’allora procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, inviò una nota al prefetto e al procuratore di Palermo dell’epoca per sottolineare i rischi per l’incolumità dell’avvocato.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2023-09-08 13:13:32 da RLV
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