“Senza un tavolo di lavoro con l’Ufficio scolastico regionale rimaniamo dentro scuola a oltranza”. Così, a 10 giorni dall’inizio dell’occupazione, è uno studente del liceo Virgilio, Maso Mencucci. Il ragazzo, che si fa portavoce della mobilitazione dell’istituto di via Giulia, uno tra i tanti che sono stati occupati tra il 4 e il 5 dicembre, fa un bilancio di queste giornate di mobilitazione.
“Non ci stiamo ‘divertendo’, che sia chiaro. È importante che non passi il messaggio che l’occupazione sia solo un pretesto per fare casino. Per alcuni di noi andare a scuola sarebbe stato meno impegnativo”, aggiunge lo studente, tra una telefonata e l’altra per organizzare il parterre di ospiti, docenti d’eccezione da far salire in cattedra per qualche ora con l’obiettivo di sperimentare la didattica alternativa che i giovani sognano. E tra i nomi di chi ha accettato ce n’è anche qualcuno di spicco: Diego Bianchi, Pietro Grasso, Fausto Bertinotti. Poi attiviste e attivisti di Ultima Generazione, altri per parlare di educazione sessuo-affettiva e dell’importanza della salute mentale. Più ex studenti, “come quello che è venuto a farci un corso sulla psicologia che c’è dietro alla propaganda”. Insomma: “Qualche nome importante c’è, ma non ci fermiamo solo a quello”. E “poi facciamo anche dibattiti, ci confrontiamo tra noi”.
Negli ultimi giorni sono diventati virali le foto del barbecue in cortile, con la partita della Roma proiettata dietro. “Un party, stanno là per fare festa”, hanno accusato in tanti. Dal punto di vista degli studenti, però, “è stato molto di più: si è trattato di un momento di socialità, siamo stati insieme, era una situazione tranquilla ed è stato anche un modo per autofinanziare l’occupazione”.
Un’occupazione che, appunto, sta durando ormai da dieci giorni, mentre “nei locali disponibili, tra palazzo Sora e l’Istituto comprensivo Virgilio, alcune classi, a turno, hanno potuto continuare la didattica curricolare”, spiega la preside Isabella Palagi in una circolare. E “gli altri studenti, in maniera trasversale ed a classi aperte, si sono appassionatamente coinvolti nella progettazione delle attività di cogestione, testimoniando così che un modo diverso di pensare e vivere la scuola è possibile, senza bisogno di occuparla”.
Chi è dentro spera che finalmente Città metropolitana, l’Ufficio scolastico regionale e il ministero dell’Istruzione e del Merito decidano di aprire un tavolo di lavoro con gli occupanti del Coordinamento autonomo romano, che comprende tutte le realtà autorganizzate della città. “Altrimenti staremo qui a oltranza”.
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-15 18:57:54 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)
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