Omicidio di Donato Monopoli: fissato il processo «quater» a Bari


Fissato al prossimo 24 novembre in corte d’assise d’appello a Bari il processo-quater per la morte di Donato Monopoli, venticinquenne cerignolano colpito con pugni al volto la notte del 6 ottobre 2018 nella discoteca “Le Stelle” di Foggia dopo un litigio per questioni di ragazze con due giovani del capoluogo dauno, deceduto dopo 7 mesi di coma la mattina del 8 maggio 2019 nell’ospedale “Casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo.

In attesa di giudizio Francesco Stallone e Michele Verderosa, trentaduenni incensurati. Furono fermati poche ore dopo il litigio con l’accusa di lesioni gravi e portati in carcere; vennero posti ai domiciliari dal gip 48 ore più tardi, al termine degli interrogatori di garanzia in cui sostennero d’essersi difesi; tornarono liberi ad aprile 2019. In primo grado il gup di Foggia il 27 giugno 2022 condannò Stallone, colui che sferrò i pugni, a 15 anni e 6 mesi; e Verderosa a 11 anni e 4 mesi per omicidio volontario con dolo eventuale su questo presupposto: non volevano uccidere, ma quali praticanti arti marziali e pugilato a livello agonistico accettarono il rischio che potesse succedere. Il 29 maggio 2024 la corte d’assise d’appello di Bari derubricò, come chiedeva anche il procuratore generale, l’accusa in omicidio preterintenzionale, con condanna di Stallone a 10 anni e di Verderosa a 7 anni. Sentenza annullata dalla Cassazione lo scorso 14 febbraio che accolse uno dei motivi di ricorso della difesa, e dispose la celebrazione di un nuovo processo d’appello a Bari davanti a una sezione differente della corte d’assise.

All’origine della tragedia un litigio per motivi banali, con conseguente contestazione dell’aggravante dei futili motivi “consistiti nell’aver aggredito Monopoli dopo che questi aveva approcciato delle ragazze loro conoscenti; e successivamente aveva protestato perché i due imputati lo avevano urtato, versandogli un cocktail addosso”. Così l’accusa ricostruisce quanto successo: Verderosa si rivolse a Monopoli e un amico dicendo: “ma lo sai qui dove siamo? Qui siamo a Foggia”, sferrando un pugno all’amico della vittima che se la cavò con un occhio nero; mentre Stallone colpì Monopoli.

Potevano prevedere i due imputati che sferrando pugni al volto di Monopoli ne avrebbero causato la morte? Sarà questo l’aspetto centrale, la verifica dell’elemento soggettivo, del nuovo processo. Su questo si è soffermata la Cassazione nell’annullare con rinvio la condanna, ritenendo che sul punto ci fosse “un vuoto motivazionale”; invitando quindi i nuovi giudici che si occuperanno del caso a pronunciarsi.

“La morte di Monopoli fu una conseguenza tragica ma assolutamente non prevedibile da parte di Stallone, perchè mai avrebbe potuto prevedere la malformazione della parete vasale di cui era affetta la vittima e indicata come causa dell’emorragia cerebrale che ne causò il decesso, decesso avvenuto per la ritardata diagnosi di rottura dell’aneurisma di chi lo ebbe in cura” sostiene l’avv. Paolo D’Ambrosio che insieme al prof. Franco Coppi assiste Stallone; tesi analoga portata avanti dall’avv. Maria Morelli, legale di Verderosa. La difesa chiederà la condanna al minimo della pena degli imputati per il reato di lesioni, rimarcando tra l’altro come i periti nominati dal gup nel processo di primo grado, abbiano accertato che i pugni inferti “avevano una lesività minima e non erano assolutamente idonei a causare l’emorragia cerebrale”.

Nient’affatto, ribatteranno gli avv. Franco Metta e Rosario Marino, legali di parte civile per i familiari di Monopoli che chiederanno ai giudici di confermare le condanne per omicidio preterintenzionale. “Il fatto che i medici che ebbero in cura il povero Donato si sarebbero comportati in maniera negligente non esclude in alcun modo il nesso di causalità tra pugni sferrati e morte. Questa tragedia è il classico caso di omicidio preterintenzionale, in quanto Monopoli non sarebbe rimasto vittima di una ipotetica negligenza dei medici se Stallone e Verderosa non l’avessero aggredito e mandato in ospedale” disse l’avv. Metta alla Gazzetta all’indomani del deposito delle motivazioni della sentenza della Cassazione sull’annullamento con rinvio del verdetto d’appello.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-05-29 15:16:43 da


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