ORBETELLO. La morte di Papa Francesco, questa mattina, 21 aprile, è stata un colpo al cuore per credenti e non, un silenzio improvviso calato su milioni di persone che avevano trovato in lui una voce limpida, umana.
Un sentimento di vuoto di smarrimento, di dolore anche ad Orbetello dove il sindaco Andrea Casamenti ha deciso in segno di lutto di issare le bandiere a mezz’asta del comune lagunare.
«Ha parlato agli ultimi – ha spiegato i, il primo cittadino lagunare, ci ha insegnato la misericordia -. Un esempio che non dimenticheremo».
Tutto questo, in un silenzio carico di commozione che ha avvolto la comunità di Orbetello alla notizia della scomparsa questa mattina di Papa Francesco. da quel momento un ‘intera comunità si è stretta in un profondo cordoglio, in un abbraccio collettivo per onorare un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia e nel cuore della gente.
«Oggi il mondo perde una guida spirituale straordinaria – ha dichiarato il sindaco Andrea Casamenti – ma soprattutto un uomo che ha saputo parlare alle coscienze con parole semplici, vere, piene d’amore. Papa Francesco è stato un faro per la cristianità, ma anche per chi cercava speranza in un tempo difficile».
Il primo cittadino ha voluto ricordare il Pontefice non solo per il suo ruolo, ma per il modo in cui ha vissuto quel ruolo: con umiltà, ascolto e profonda umanità.
«La sua vicinanza agli ultimi, ai dimenticati, ai sofferenti – ha detto – è stata concreta e autentica. Gesti come l’indossare il grembiule rosso dei ragazzi autistici di PizzAut resteranno nella memoria collettiva come simboli di un papato rivolto all’inclusione e alla dignità di ogni essere umano».
Tra i ricordi più vivi, anche le sue parole sulla pace: «“La guerra è sempre una sconfitta per l’umanità” – ha ricordato Casamenti – e questo messaggio risuonerà per sempre. Così come il suo abbraccio ai terremotati del Centro Italia, quando seppe vedere tra le macerie non solo distruzione, ma anche la possibilità di rinascere».
Orbetello oggi lo saluta con affetto e gratitudine.
«Ci lascia un pastore vero – ha concluso Casamenti– perché è stato capace di farsi prossimo, di portare conforto, di seminare amore. Il suo esempio continuerà a vivere in ognuno di noi».
Un messaggio che mai come in questo momento, rappresenta il pensiero di un ‘intera comunità.
Una comunità che proprio il 9 aprile scorso si era recata in massa a Roma per il Giubileo, guidata dal nuovo vescovo Bernardino Giordano, raggiungendo piazza San Pietro per poi attraversare la Porta Santa , e che mai poteva immaginare che da li a poco Papa Francesco sarebbe salito alla casa del Padre lasciando in tutti un grande senso di vuoto e smarrimento.
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