Dolcetto o scherzetto (in inglese, trick or treat)? E’ questo, l’interrogativo che nella notte più spaventosa e terrificante dell’anno “bussa” alle porte delle nostre abitazioni per mezzo della voce di streghette, fantasmi o spaventose creature con l’intento di “derubarci” di dolciumi e altre tipologie di leccornie, traendone così un ghiotto e ricco bottino. Nei territori anglosassoni e così negli Stati Uniti, questa “pratica” viene attesa con tanta trepidazione da parte dei più piccoli. Da svariti anni, con l’incremento dell’usanza dei festeggiamenti di Halloween anche in Italia questa “scherzosa minaccia” è sempre più diffusa.
Dolcetto o scherzetto: origine
La “golosa pratica” ha fondamenta lontane; si tratta di una filastrocca giocosa, probabilmente originatasi nel secolo scorso negli Stati Uniti d’America anche se la storia ha un inizio ancora più remoto così come la stessa Festa di Halloween. Quest’ultima, “mosse i primi passi” in Irlanda per opera delle popolazioni celtiche e successivamente è stata acquisita e modificata durante l’età del Cristianesimo.
Nella tradizione celtica, la vigilia di Ognissanti coincideva con il caledario stagionale, ovvero la fine dell’anno della luce (corrispondente alla nostra estate) e l’inizio di quello oscuro, ossia l’inverno. La scansione temporale per gli antichi popoli era di particolare importanza, infatti, proprio per questa ragione seguivano riti propiziatori e si tentava di allontanare gli spiriti maligni al fine di favorire la fertilità del raccolto nei mesi successivi.
Così, durante le celebrazioni in occasione di questo “momento transitorio”, le popolazioni celtiche erano solite indossare spaventosi abiti perché era credenza che in questa notte le entità soprannaturali ed i morti si risvegliavano sulla terra con l’obiettivo di impadronirsi e possedere i corpi viventi. Così, attraverso questi traversimenti, le popolazioni celtiche tentavano di nascondersi e spaventare gli spiriti dai quali tentavano di scappare e sottrarsi.
Secondo altri, invece, l’origine di “dolcetto o scherzetto” risiederebbe nella tradizione irlandese secondo la quale, l’offerta di dolciumi o allestire piccoli banchetti fuori dalle proprie abitazioni per ringraziarer gli spiriti dei raccolti dell’estate. Chi non lo faceva rischiava di incorrere nelle sgarberie degli spiriti. Ma non è tutto; altri sostengono che l’origine di tale “pratica” risieda nell’antico Medioevo: in occasione di Ognissanti, poveri e mendicanti andavano di casa in casa alla ricerca del Dolce dell’anima, una pietanza (dolce) dalla forma quadrata realizzata con la pasta del pane e decorata con uva sultanina; in cambio, questi offrivano preghiere per i defunti.
durante le gelide notti invernalim erano soliti “ringraziare” le Il punto di partenza celtica coincideva con il calendario stagionale. La fine dei mesi di luce e l’arrivo di quelli dell’oscurità. Si terminava il raccolto facendo provviste per l’inverno e si attendeva poi l’arrivo del nuovo anno. Proprio questa scansione temporale per i popoli del passato era importante, ecco perché seguivano riti propiziatori e si scacciavano gli spiriti maligni per favorire la fertilità del raccolto nei mesi successivi.
Dolcetto o scherzetto: significato
L’usanza di dolcetto o scherzetto prende piede nella Roma Antica e nel Medioevo. A quel tempo a bussare alla porta erano i mendicanti e le genti più povere, in cerca di aiuti ma soprattutto di cibo. In cambio offrivano quello che potevano. Questa forma di “baratto” si traduceva in preghiere da regalare a chi donava un pezzo di pane o un cesto di frutta e verdura e si estendeva all’anima dei loro cari defunti.
C’è tutto un mondo da scoprire dietro una semplice frase. Inoltre quella che si conosce oggi è una sorta di abbreviazione della filastrocca vera e propria: Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat . La traduzione: Dolcetto o scherzetto, annusa i miei piedi, dammi qualcosa di buono da mangiare.
Come rispondere a dolcetto o scherzetto? Certamente bisogna rispondere “dolcetto” per non incappare nello “scherzetto”. Quest’ultimo è ben poca cosa, almeno in Italia, mentre in America la questione è presa piuttosto seriamente. Sulle abitazioni si lanciano uova, rotoli di carta igienica, si attaccano lattine alle auto parcheggiate nei vialetti, si ribaltano i contenitori della spazzatura e così via. Da noi tutt’al più spruzzano ragnatele spray dietro la porta; è anche vero che i bambini, soprattutto nelle grandi città, non vagano per le strade da soli ma sempre con il supporto dei genitori. E non da poco sono i condomini, è più facile che siano gli stessi bambimini del palazzo ad aggirarsi alla ricerca di dolci che quelli che arrivano dall’esterno. In ogni caso è sempre bene avere una piccola scorta di cioccolato e caramelle sotto mano.
Cosa preparare prima che suoni il campanello
Oltre ad acquistare dolciumi già pronti e confezionati soprattutto caramelle, quelle vanno sempre per la maggiore, si possono anche preparare piccoli dolcetti fatti in casa così da essere preparati alla domanda dolcetto o scherzetto.
Vale tutto, dai sacchetti di pop corn caramellati, ai biscotti a forma di zucca, fantasmi o cappelli delle streghe. Glassati in superficie e decorati saranno sicuramente molto apprezzati. Ciò non toglie che possano essere preparati semplicemente per Halloween per l’intera famiglia e offerti in dono all’occorrenza. Un buon uso e costume sarebbe quello di recuperare parte dell’antica tradizione. Più sana ed altrettanto gustosa può essere sia la frutta che la frutta secca. Presentata in modo goloso, certamente è una soluzione alternativa valida. Via libera a mandorle caramellate o con il cioccolato così come le noci e le nocciole. Chips di zucca spolverate di zucchero a velo ma anche le famosissime mele ricoperte di glassa di zucchero sullo stecco, tanto note negli Stati Uniti per la Festa di Halloween.
www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2023-10-21 18:00:00 da
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