L’ipotesi di realizzare una serie di ormeggi nel lato interno della diga foranea ritorna in campo. Dal lontano 2010 si sono alternati momenti di grande attenzione e di torpore per quel che riguarda il destino diportistico o balneare della barriera rocciosa realizzata tra il 1873 e il 1879 per difendere il neo nato arsenale militare spezzino. Dapprima si parlò di diga beach, poi di pontili e piscine, ma a distanza di 14 anni, dopo annunci, contenziosi al Tar, proclami e proteste, non è cambiato nulla. Non un masso è stato mosso, nemmeno per rendere la diga permeabile alle correnti e aiutare così l’ossigenazione del mare interno a favore di una produzione di muscoli più efficiente. Anzi, a breve (pare), i vivai dei muscolai che si trovano sul lato interno verranno smontati e trasferiti, anche per consentire di effettuare i dragaggi portuali senza correre alcun rischio per la sopravvivenza dei molluschi.
Ed è proprio in questo contesto, dove le tessere si incastrano come in un domino, che l’Autorità di sistema portuale ha deciso di affidare la redazione di uno “studio meteomarino e della verifica strutturale degli ormeggi a supporto della progettazione di approdi per imbarcazioni da diporto nello specchio acqueo interno alla diga foranea”.
L’incarico, che porterà nel futuro a capire quali siano le reali possibilità di intervento per realizzare approdi e installare pontili in diga, è stato affidato alla ditta spezzina Colmar di Via delle Pianazze per un importo di 22.500 euro.
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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-10-31 01:53:02 da
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