Ospedale Albenga, pronto a partire il progetto di partenariato pubblico-privato: operativo già a gennaio 2025?

Ospedale Albenga, pronto a partire il progetto di partenariato pubblico-privato: operativo già a gennaio 2025?


Albenga. Potrebbe prendere il via ufficialmente tra poche settimane il progetto di partenariato pubblico-privato per l’ospedale di Albenga proposto nel novembre 2022 dal gruppo ligure Montallegro ad Asl 2 e Regione Liguria. Dopo un anno di lavoro, i dettagli sono quasi definiti: se la Regione dovesse confermare di trovare la proposta di interesse pubblico, la gara potrebbe essere indetta entro la primavera, con il servizio materialmente operativo – in assenza di intoppi – già a gennaio 2025.

Dopo le prime avvisaglie di ottobre 2022, quando una puntata di Presa Diretta mostrò l’arrivo nel nosocomio ingauno di un gruppo di privati per un sopralluogo (anche se in quel caso si trattava di un gruppo francese), a metà del mese successivo una Associazione Temporanea di Impresa costituita da Casa di Cura Villa Montallegro Spa (di Genova) e Casa di Cura Villa Esperia Spa (Pavia) aveva presentato alla Asl2 un progetto di partenariato pubblico-privato per l’ospedale di Albenga con un duplice obiettivo: ridurre le “fughe” in altre regioni e fornire i servizi sanitari a un prezzo – per Regione Liguria – inferiore alla spesa che quelle fughe comportano per le casse pubbliche.

La proposta aveva da subito incontrato il favore sia dell’ente regionale (“La gestione rimarrà pubblica – commentò allora Giovanni Toti – ma vogliamo possa rispondere meglio e in modo più efficiente alle esigenze di quel territorio e in questo quadro l’ipotesi di un partenariato pubblico-privato va vista nell’ottica di un rafforzamento e potenziamento ulteriore di quell’ospedale”) sia dell’azienda sanitaria (l’allora direttore generale Marco Damonte Prioli garantì: “La proposta verrà attentamente valutata per verificarne completezza e sussistenza dell’interesse pubblico, poi si dovrà comunque procedere con un lungo iter per arrivare alla gara d’appalto”).

L’idea è quella di potenziare, attraverso il finanziamento privato (si parla di alcune decine di milioni di euro), i servizi sanitari che oggi causano il maggior numero di “fughe” di pazienti in altre regioni: ad esempio nelle aree della chirurgia generale e specialistica (ortopedica, neurochirurgia, oftalmica), diagnostica per immagini, attività ambulatoriali, dialisi, laboratori di analisi e nell’area dell’emergenza. L’ospedale di Albenga verrebbe quindi “votato” al recupero di quelle fughe, proponendo prestazioni che oggi i liguri cercano altrove.

COS’E’ IL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO

Il partenariato prevede che un soggetto privato proponga all’amministrazione un’opera da realizzare o un servizio da offrire, nonché le relative caratteristiche. Non si tratta di una privatizzazione: l’ospedale resterebbe pubblico, e le prestazioni non costerebbero ai cittadini un euro in più di quanto non costino loro nel comparto pubblico. Nessun rischio, quindi, di dover pagare per prestazioni altrimenti gratuite o soggette solo al ticket. Il privato fornirebbe i servizi in convenzione, pagato da Regione Liguria. Un esborso ampiamente compensato dalla diminuzione delle fughe, che oggi comportano per l’ente regionale una spesa di circa 50 milioni di euro l’anno (per ogni prestazione erogata dalle regioni vicine, la Liguria è costretta a versare una cifra).

Insomma, almeno sulla carta, una operazione “win-win”: ingauni, savonesi e liguri riceverebbero le prestazioni sul loro territorio senza doversi recare altrove, il privato ovviamente guadagnerebbe  (per ammortizzare l’investimento iniziale la concessione durerebbe circa 17-18 anni) e la Regione risparmierebbe soldi, dato che la convenzione costerebbe all’anno meno di quanto oggi costano le fughe.

MODI E TEMPI

Il 2023, come accennato in precedenza, è servito per le verifiche del caso. Nelle prossime settimane l’iter dovrebbe prendere il via. Come affermava Prioli nell’intervista citata sopra, sarà necessaria una gara, ma la formula del partenariato è alternativa all’appalto, pur essendo ugualmente disciplinata dal Codice in materia di pubblicità e trasparenza. Questo perché la procedura prevede il cosiddetto “diritto di prelazione”: si tratta del diritto ad essere preferito al miglior offerente, che può essere esercitato entro 15 giorni dalla comunicazione di aggiudicazione della gara (a patto che il promotore garantisca l’adeguamento alle migliori condizioni offerte dall’aggiudicatario).

La formula sarebbe quella del partenariato “contrattuale”: a differenza di quello “istituzionale”, nel quale pubblico e privato diventano soci di una società mista, in quello “contrattuale” i ruoli restano distinti con il privato chiamato a realizzare e gestire il progetto su concessione del pubblico. Due i vantaggi di questa formula. Il primo è che gli investimenti devono essere prevalentemente a carico del privato (lo schema prevede il minor contributo pubblico possibile) così che quest’ultimo sia fortemente motivato a progettare e gestire a regime, ripagando gli investimenti con il margine industriale. Il secondo è che con questo sistema si ha la certezza che la procedura di appalto non vada deserta: esiste già almeno un soggetto interessato, un operatore economico esperto del settore che si candida per essere partner della pubblica amministrazione rischiando il proprio capitale (e di conseguenza – si presume – prestando attenzione nella gestione).

Una volta aggiudicata la gara inizierebbe l’iter vero e proprio di apertura. Che, in assenza di complicazioni, potrebbe concretizzarsi a inizio 2025. Ancora nulla trapela, invece, sul dettaglio dei servizi che verrebbero offerti: quando emerse l’ipotesi, a fine 2022, il sindaco Riccardo Tomatis propose di chiedere al soggetto privato di mettere a disposizione il personale medico per garantire l’apertura h24 del punto di primo intervento, se non una vera e propria trasformazione in pronto soccorso.




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