Ottant’anni fa il “calvario” dei preti spezzini arrestati dai repubblichini



La seconda metà del 1944 fu per il clero della diocesi allora di Luni un periodo terribile. E se già in agosto c’era stata a Lavaggiorosso di Levanto l’assurda e incredibile fucilazione del parroco don Emanuele Toso ad opera dei soldati della Repubblica sociale di Mussolini, fu il mese di novembre a rappresentare un vero e proprio “calvario” per una lunga serie di sacerdoti, diocesani e religiosi. Sono due le fonti importanti principali che lo documentano: il diario, molto accurato, del giovane vescovo di allora Giuseppe Stella, entrato in diocesi proprio nel gennaio di quell’anno, e il volume “Sacerdoti cattolici nella Resistenza”, edito curato da Franco Franchini e pubblicato dall’associazione nazionale dei Partigiani cristiani. Gli arresti di sacerdoti erano iniziati il 16 settembre con quelli di don Dino Ricchetti, futuro rettore del Seminario, e di don Nilo Greco: entrambi furono in seguito deportati in Germania, riuscendo poi ad essere liberati in modo fortunoso e a rientrare in Italia. Due giorni dopo fu la volta del parroco di Polverara don Pietro Figoli, cui ne seguirono numerosi altri. Il 27 ottobre toccò al parroco di Ceparana don Renato Reali. Ma il giorno “spietato e doloroso”, come ricorda Stella nelle sue memorie, fu il 21 novembre. In quel martedì mattina furono ben nove i sacerdoti arrestati in luoghi diversi della diocesi, trasferiti nella caserma detta “del Ventunesimo” alla Spezia e poi trasferiti a Genova, dove sarebbero stati a lungo torturati e ricattati. Riuscirono a tornare liberi solo il 30 marzo 1945, a un mese dalla fine della guerra, grazie al pesante e decisivo intervento sulle autorità tedesche da parte dell’arcivescovo di Genova cardinale Pietro Boetto. E’ giusto oggi, ottant’anni dopo, e quando purtroppo nessuno di loro è ancora vivo, ricordarne i nomi: don Giovanni Bertoni, don Dionisio Bruzzo, monsignor Ferruccio Casabianca, don Mario Devoto, don Bruno Duchini, don Antonio Mori, don Giuseppe Pieroni, padre Pio Rosso dell’ordine domenicano, don Mario Scarpato. Nelle prossime settimane le comunità dove quei preti prestavano il loro servizio li ricorderanno con affetto e con la consapevolezza delle tragedie umane e sociali di quegli anni. Affetto e consapevolezza che sono di tutti noi.


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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-10-27 09:04:04 da


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