Ozono per curare i pazienti ma non era medico, condannato osteopata

Ozono per curare i pazienti ma non era medico, condannato osteopata




Ozono per curare i pazienti ma non era medico, condannato osteopata

FABRIANO – Tre anni e due mesi di condanna per esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di medicinali imperfetti. Assolto perché il fatto non sussiste dalle accuse di omicidio colposo, somministrazione di droga dello stupro e violenza sessuale aggravata. Si è concluso così ieri pomeriggio, al tribunale di Ancona, il processo a carico di un fisioterapista-osteopata di Fabriano. L’uomo, 59 anni, era stato accusato di essere una sorta di santone perché nel 2021 avrebbe curato pazienti, benché non fosse un medico abilitato, con trasfusioni di sangue, ozonoterapia e medicinali da lui autoprodotti e deteriorati. La Procura contestava anche tre donne abusate sessualmente dopo che l’osteopata avrebbe somministrato un allucinogeno tale da inibire in loro ogni facoltà. Il collegio penale, presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, non ha ritenuto fondate le accuse più gravi e le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni. L’imputato, difeso dagli avvocati Marco Angeletti e Andrea Migliarini, aveva sin da subito rigettato le accuse e nel corso del processo è stato collaborativo e quando è stato sentito in aula ha ammesso di aver fatto solo qualche iniezione ma nulla di tutto il resto. Tre pazienti solo si erano costituite parte civile ma poi sono uscite dal processo perché risarcite.

Ad ottobre del 2022 era arrivato per l’osteopata l’interdizione della professione e il sequestro dello studio. Un provvedimento cautelare di massima urgenza che aveva emesso il gip su richiesta della Procura nell’ambito dell’operazione denominata “Anatomy”. Il 18 febbraio del 2021 era morta una sua paziente di tumore. Aveva 91 anni ma l’anziana si sarebbe fatta curare dal 59enne seguendo procedure che l’avrebbero allontanata dalle cure degli oncologi, ritenne la pubblica accusa, che l’avevano in terapia e secondo i quali era necessario un intervento chirurgico per asportare un tumore all’intestino diagnosticato. Stando alle contestazioni invece la 91enne si sarebbe curata con l’ozonoterapia, facendo dieci iniezioni che l’osteopata le avrebbe somministrato insieme ad altri antibiotici. Dopo una segnalazione dei familiari della donna i carabinieri avevano avviato una indagine sull’imputato facendo venire a galla i reati poi contestati: l’utilizzo di ozono di pessima qualità, trasfusioni, infusioni di sangue in ambulatorio con effetti collaterali gravi, antibiotici preparati in modo galenico e iniezioni di gas ossigeno per aumentare il seno.

«Finalmente il tribunale ha fatto emergere la verità prosciogliendo il nostro assistito dalle accuse più infamanti – commentano gli avvocati Migliarini e Angelini – e facendo emergere la oggettiva, quanto inquietante, superficialità della metodologia d’indagine. Basti pensare all’accusa di omicidio, ascritta senza alcun referto medico che lo comprovasse. La condanna per i reati minori è sproporzionata, interporremo appello conosciuta la motivazione. Resta l’amarezza per un castello di accuse infondate che hanno causato un danno devastante all’uomo e al professionista».


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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2024-10-24 20:59:06 da


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