Paladina antimafia arrestata, Maricetta Tirrito si difende: “Contro di me un attacco politico, i parenti degli anziani mi avevano autorizzato a usare i bancomat”

Paladina antimafia arrestata, Maricetta Tirrito si difende: “Contro di me un attacco politico, i parenti degli anziani mi avevano autorizzato a usare i bancomat”


“È un’ingiustizia. È tutta una montatura, un attacco politico. Avrei potuto chiarire prima punto per punto ma non me lo hanno permesso. I parenti sapevano e mi avevano autorizzato a usare le carte di credito”. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere al gip, ma ha reso dichiarazioni spontanee, Maricetta Tirrito, la paladina antimafia finita in carcere per aver organizzato, secondo la procura di Velletri, un collaudato sistema di spoliazione ed appropriazione del patrimonio di alcuni anziani, che vivevano nella casa condivisa di Ardea da lei gestita. La donna, che che nel 2019 aveva manifestato per i bambini di Bibbiano insieme al leader della Lega Matteo Salvini, è accusata di circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale. Mentre è caduta l’accusa di omicidio con dolo eventuale, relativa alla morte in ospedale di uno dei pazienti della struttura.

“È un attacco politico per quello che sto facendo”, ha affermato Tirrito attraverso il suo avvocato Emanuele Fierimonte, che assiste anche il fidanzato della donna, Fabio Corbo, anche lui indagato. Maricetta Tirrito, che si trova nel carcere di Rebibbia, avrebbe dato vita allo sciopero della fame e della sete. La paladina dell’antimafia, che negli ultimi anni si è avvicinata al partito di Giorgia Meloni, Fratelli D’Italia, sostiene di aver ricevuto minacce di morte: un foglio con la foto di una pistola che le è stato fatto recapitare in cella. Il suo avvocato ha chiesto per la donna i domiciliari.

Secondo le accuse della procura di Velletri, in tutto sarebbero circa 385mila euro i soldi tolti agli anziani, che a loro insaputa finanziavano l’associazionismo di Tirrito in tutta Italia. Le spese delle trasferte, infatti, venivano pagate con i bancomat e le carte di credito degli anziani, i quali, pur non essendo capaci di intendere e di volere, avrebbero richiesto la cessione del quinto e prestiti in favore della paladina dell’antimafia. Tra le spese contestate alla Tirrito ci sono anche i soldi per l’intervento di chirurgia plastica al seno alla figlia e per la retta della scuola privata all’Eur. In tre casi la Tirrito era riuscita ad ottenere le procure per poter disporre dei loro beni grazie ai falsi certificati del medico Marina Endrijevschi.

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roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-15 17:00:53 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)


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