PALERMO – Un “buon pastore” che conosceva uno a uno i ragazzi di Brancaccio, un “uomo di Dio” che ha prediletto i piccoli e gli indifesi e ha lottato per strapparli “alla schiavitù del male”. A trent’anni dall’omicidio di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993, Papa Francesco scrive una lettera a Palermo e ai palermitani (qui il testo integrale) chiedendo loro di seguire l’esempio del presbitero proclamato beato e martire.
Non è la prima volta che il Pontefice argentino parla e scrive di Puglisi: già cinque anni fa era atterrato nel capoluogo siciliano per celebrarne la memoria con una messa al Foro Italico nel venticinquesimo anniversario della morte (come testimonia la foto in alto di Antonio Di Giovanni / Arcidiocesi di Palermo) e oggi, a pochi giorni dalle commemorazioni, torna a far sentire la sua voce con una missiva del 31 luglio inviata qualche giorno fa all’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.
L’appello del Papa al clero: “Non fermatevi”
Un appello rivolto ai “pastori”, quindi ai vescovi e ai sacerdoti, “a non fermarvi di fronte alle numerose piaghe umane e sociali che ancora sanguinano e necessitano di essere sanate con l’olio della consolazione e il balsamo della compassione”. Un invito a mettere con urgenza al centro i poveri e ad “avviare una pastorale rinnovata che corrisponda concretamente alle esigenze di oggi”.
“I giovani sono la speranza del futuro”
Francesco si rivolge direttamente ai sacerdoti, chiedendo loro di essere immagine del “buon pastore” come lo fu Puglisi: “Abbiate il coraggio di osare senza timore e infondete speranza a quanti incontrate, specialmente i più deboli, gli ammalati, i sofferenti, i migranti, coloro che sono caduti e vogliono essere aiutati a rialzarsi. I giovani poi siano al centro delle vostre premure: sono la speranza del futuro. Il sorriso disarmante di padre Pino Puglisi vi sproni ad essere discepoli lieti e audaci”.
“Nessuno sia solo contro la criminalità”
Il Papa non usa mai la parola mafia, ma sottolinea come don Pino “si sia sconfitto perché nessuno si sentisse solo di fronte alla sfida del degrado e ai poteri occulti della criminalità; riconosciamo pure come l’isolamento, l’individualismo chiuso e omertoso siano armi potenti di chi vuole piegare gli altri ai propri interessi”. Da qui la necessità di fare “comunione”, di “camminare insieme”, di vivere “concordemente in Cristo prima di tutto all’interno del presbiterio, assieme al vescovo e tra voi”.
“Puglisi conosceva Palermo e la curava”
“Nel giorno del compleanno – scrive Bergoglio – la mano omicida di un giovane lo uccise sulla strada. Le strade del quartiere erano la Chiesa da campo che ha servito con sacrificio e percorso durante il suo ministero pastorale per incontrare la gente, in una terra da lui conosciuta e che non si è mai stancato di curare e annaffiare con l’acqua rigenerante del Vangelo, affinché ognuno potesse dissetarsi e godere il refrigerio dell’anima per affrontare la durezza di una vita che non sempre è stata clemente”.
“Mostrate la tenerezza di Dio”
Il Pontefice chiede a presuli e presbiteri di fare “emergere la bellezza del Vangelo compiendo gesti e trovando linguaggi giusti per mostrare la tenerezza di Dio, la sua giustizia e la sua misericordia”. E prendendo spunto dalla celebre frase di don Puglisi “se ognuno di noi fa qualcosa, allora possiamo fare molto”, esorta a “superare le tante paure e resistenze personali e a collaborare insieme per edificare una società giusta e fraterna”.
Lorefice: “Ci aiutino Rosalia e il Moro”
Una lettera, quella del Pontefice, accompagnata da un messaggio di Lorefice ai palermitani: “Il Papa intende vivere accanto a noi questo momento così particolare, in ideale continuità con la visita di cinque anni fa. Il messaggio è semplice e forte: il Papa ci dice ancora una volta che il Beato Martire Puglisi è stato il prete che egli sogna per la Chiesa di questo nostro tempo”. Una Chiesa “da campo, dimora del soccorso, della prossimità, della cura e della consolazione per tutti. Impegniamoci a mantenere nella nostra Chiesa di Palermo lo stile di don Pino”.
Infine l’annuncio in vista del prossimo anno pastorale: “La lettera diventerà linea programmatica del cammino sinodale delle nostre comunità parrocchiali e delle aggregazioni laicali, ispirato dalla figura e accompagnato dalla protezione del nostro Beato Pino Puglisi. Con l’aiuto della nostra Santuzza, Rosalia, e del nostro San Benedetto il Moro che, oltraggiato dal fuoco devastatore, ci dona nuova ‘fiamma pastorale’, seguiamo le orme del nostro fratello e amico martire”.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2023-08-20 12:00:00 da Roberto Immesi
0 Comments