Passa la mediazione proposta dall’inviato di Schlein, Taruffi. Ma le parti restano distanti
PALERMO – Sette giorni di tempo per provare a ricomporre un Partito democratico che nelle ultime settimane ha mostrato tutte le sue fratture interne. Sette giorni per trovare un’intesa sulle regole congressuali e, di conseguenza, sulla segreteria che verrà. La tregua proposta dal responsabile organizzativo nazionale Igor Taruffi è stata accettata: l’assemblea regionale del Pd resta formalmente aperta ma i dem torneranno a vedersi tra una settimana.
La tregua nel Pd siciliano
Si chiude così il sabato più atteso degli ultimi anni in casa Pd Sicilia. Il segretario regionale Anthony Barbagallo dribbla la conta interna dei delegati ma non ottiene l’ok al regolamento congressuale proposto. Il tema era all’ordine del giorno della convocazione dell’assemblea, tanto contestata dai 16 firmatari di un documento diffuso alla vigilia dell’incontro dell’Astoria Palace di Palermo, e alla fine non si è votato.
La proposta-Taruffi, rinvio di 7 giorni
Lo scontro è sulle regole ma in realtà nasconde la faida politica per il controllo della segreteria regionale. Barbagallo, sostenuto dall’area Schlein, vorrebbe eleggere il nuovo segretario coinvolgendo soltanto gli iscritti mentre i dissidenti premono per le primarie aperte. Al termine di una mattinata di confronto tra le diverse anime del partito, durante la quale Taruffi non ha mancato di bacchettare il gruppo parlamentare all’Ars ma anche i vertici regionali dem, l’assemblea ha accolto la proposta dell’inviato di Elly Schlein in Sicilia: rinvio dei lavori alla prossima settimana.
Il suggerimento avanzato da Taruffi già nel suo esordio davanti all’assemblea comprende anche una modifica dell’Ordine del giorno che sarà integrato con l’elezione del presidente dell’assemblea, sedia rimasta vuota dalle dimissioni di Antonio Ferrante. “Nel frattempo si potrà acquisire un parere preventivo sul regolamento da parte della Commissione nazionale di garanzia – ha spiegato Taruffi -. Chiusa la questione delle regole, potremo quindi concentrarci sulle questioni politiche che interessano i cittadini e gli elettori del Partito democratico”.
Pd Sicilia, altri 7 giorni di trattative
L’elezione del presidente del Pd Sicilia sarà il test che dirà se le correnti interne ai democratici dell’Isola avranno trovato l’intesa in questa settimana di ulteriori trattative. I tentativi di ricucire lo strappo sono andati avanti fino alla notte tra venerdì e sabato ma ciascuno è rimasto sulle proprie posizioni. La mediazione proposta da Taruffi è stata accolta subito dall’esponente dell’area Orfini Antonio Rubino (“un fatto importante, sarebbe un errore non tenerne conto”) e lascia la porta aperta al dialogo. “Ma non sia un rinvio ‘ad libitum’ – ha avvertito il deputato nazionale Peppe Provenzano -. Il partito ha bisogno di avviare l’iter congressuale”.
Lo scontro tra deputati e partito
Sullo sfondo restano le accuse lanciate reciprocamente dai vari protagonisti del Pd siciliano dal podio dell’Astoria Palace. “Ho lavorato in questi mesi per costruire sulle regole congressuali un percorso ordinato”, sono state le parole di Barbagallo in apertura dell’assemblea. “Nonostante l’intensità delle convocazioni degli organismi – ha sottolineato – mi è dispiaciuto apprendere solo dalla stampa e da qualche virgolettato scomposto che c’erano proposte diverse senza che venissero mai formalizzate”.
Nella saletta al piano -1 dell’albergo palermitano è tornata a bruciare la ferita nata dalle critiche di Barbagallo al comportamento del gruppo parlamentare all’Ars in occasione della Finanziaria. A tanti non è andata già quella ventilata ipotesi di chiamare in causa la Corte dei conti per le spese decise da Sala d’Ercole con la partecipazione di tutti i partiti presenti, Pd compreso. Taruffi, che esclude l’ipotesi del commissariamento della fase congressuale, ascolta e prende nota.
Burtone: “Negli ultimi anni solo sconfitte”
“Il gruppo parlamentare ha subito degli attacchi ingenerosi – le parole del deputato catanese Giovanni Burtone, portavoce dei 16 dissidenti – ma in realtà abbiamo fatto un grande lavoro morale e politico. Esiste invece una difficoltà di dialogo tra noi e il partito”.
Poi l’attacco diretto a Barbagallo, sia sui bilanci del Pd (“mostrateli e un minuto dopo pagheremo ciò che è dovuto al partito”) che sui risultati elettorali: “Negli ultimi anni abbiamo sempre perso, eppure si è sempre fatto come voleva il segretario. Le primarie aperte per il nuovo segretario? Venga Schlein a dirci che non le vuole, noi obbediremo“.
Dipasquale con Barbagallo
In difesa di Barbagallo Nello Dipasquale, uno dei deputati regionali che non hanno firmato il documento contro il segretario. “Con quelle firme avete sancito la spaccatura del gruppo – il messaggio rivolto ai colleghi -, utilizzare la pattuglia dei deputati regionali per attaccare il segretario è stato un errore”. Il deputato ragusano ha poi ribadito il suo sostegno a Barbagallo nella corsa per la riconferma alla guida della segreteria regionale di via Bentivegna.
Cracolici: “No al Pd residuale”
Mantengono la loro posizione di terzietà il deputato regionale Antonello Cracolici e l’ex senatore Mirello Crisafulli. Cracolici si schiera con Barbagallo per le regole congressuali (“il segretario deve essere deciso da chi vive il partito e ci mette la faccia”) ma sul piano politico la posizione di colui che guidò i Ds siciliani con l’attuale segretario appare distante: “Alle Regionali siamo arrivati terzi, questo partito sta diventando residuale e senza identità ma io non mi arrenderò a questa visione”.
Stoccata a Barbagallo anche sulla Finanziaria: “Non è tollerabile che un partito pugnali alle spalle la sua rappresentanza istituzionale, così come non è possibile sentire frasi come quelle che facevano riferimento ad un partito che intendeva recarsi alla Corte dei conti”.
Crisafulli: “Serve un segretario ‘di tutti’”
Ancora più esplicito il messaggio di Crisafulli: “Serve un segretario che abbia un effetto ‘coagulante’ sul gruppo dirigente del partito – l’intervento rivolto a Barbagallo -. Anthony, sei un elemento fondante del Pd ma non coagulante. Il nuovo segretario – ha concluso – dovrà essere in grado di rappresentare tutti”. Gli sherpa saranno al lavoro già da domani. Bisognerà capire se la tregua nel Pd durerà o se il redde rationem è soltanto slittato di una settimana.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2025-01-11 16:22:41 da Salvo Cataldo
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