Cambia di nuovo tutto sul fronte delle pensioni: nel 2024 potrebbero essere stravolte diverse misure. Sindacati sul piede di guerra.
Nel giro di poche settimane sulle pensioni si è detto di tutto e di più. Un nuovo incontro con i sindacati potrebbe aver indotto il Governo ad introdurre ulteriori cambiamenti per il 2024.
Non è ancora detta l’ultima parola per quel che riguarda le pensioni che Proseguono ad essere il nodo più duro da sciogliere per l’Esecutivo guidato dal premier Giorgia Meloni. Se in un primo tempo si era data per “defunta” Quota 103, dopo poco l’abbiamo vista ritornare in scena seppur impoverita da diverse penalizzazioni.
Davamo per spacciate anche Ape sociale e Opzione donna che, invece, sono state riconfermate con piccole modifiche ai requisiti d’accesso. Sembrava ormai definitivo il quadro previdenziale per il 2024 quando un nuovo incontro con i sindacati avrebbe spinto il Governo a pensare a nuove modifiche. Ma il 31 dicembre è ancora lontano e di cambiamenti potrebbero essercene ancora tanti.
Pensioni: cosa succederà nel 2024
Sulle pensioni pendono ancora troppi punti interrogativi. Il Governo Meloni continua ad apportare modifiche alla legge di Bilancio 2024 per far quadrare conti che faticano a quadrare. Vediamo cosa potrebbe accadere nel 2024.
Come un fulmine a ciel sereno, il Governo ha introdotto nella legge di Bilancio 2024 pesantissimi tagli sugli assegni previdenziali di alcune categorie di dipendenti pubblici. A essere colpiti dai tagli saranno i sanitari, gli ufficiali giudiziari, gli insegnanti delle scuole materne e primarie parificate e i dipendenti degli enti locali. Per tutti costoro pensioni più basse in quanto ricalcolate con il sistema contributivo anziché con il sistema misto.
In pratica non si terrà conto delle quote retributive nel calcolare l’importo dell’assegno previdenziale che una persona andrà a ricevere. Secondo le prime stime questo comporterà perdite fino al 20% sulla pensione: chi ha un reddito di 30.000 euro lordi l’anno riceverebbe 500 euro in meno ogni mese e chi ha un reddito di 50.000 euro lordi l’anno perderebbe ogni mese 850 euro.
Le categorie interessate hanno già annunciato scioperi e anche i sindacati sono pronti a dare battaglia al Governo. L’Esecutivo, dal canto suo, non può fare marcia indietro al 100% ma può rivedere un po’ la decisione. In particolare, durante l’ultimo incontro con le firme sindacali, il premier Giorgia Meloni ha assicurato che saranno salvi da questi tagli tutti i lavoratori delle categorie interessate che raggiungeranno i requisiti per la pensione entro il 31 dicembre 2023. Non solo: il Governo sta valutando di escludere i sanitari dai tagli sugli assegni previdenziali.
Queste pesanti decurtazioni sono state decise per rimpolpare le casse statali. Infatti, secondo i calcoli dei tecnici di Palazzo Chigi, in 20 anni, ricalcolando tutte le pensioni con il sistema contributivo puro, il Governo recupererebbe 21,4 miliardi di euro. I lavoratori colpiti sarebbero 732.000.
ascoli.cityrumors.it è stato pubblicato il 2023-12-05 07:00:30 da Samanta Airoldi
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