per i giudici l’omicidio di Matteo Vinci «non è mafioso»


VIBO VALENTIA Non un omicidio mafioso, ma una «contesa tra vicini» determinata da «un’aspra conflittualità, sfociata in sentimenti d’odio reciproco». È quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Catanzaro a proposito dell’omicidio di Matteo Vinci, il biologo ucciso con un’autobomba il 9 aprile 2018. Un attentato in cui è rimasto ferito gravemente ferito anche il padre Francesco Vinci, mentre sono stati condannati Rosaria Mancuso e il genero Vito Barbara, rispettivamente all’ergastolo e a 30 anni. Pena rideterminata con la sentenza d’appello per Domenico Di Grillo, da 10 a 6 anni di carcere, e per Lucia Di Grillo, da 3 anni e 6 mesi a 3 anni. Sono state rese note le motivazioni della Corte presieduta da Piero Santese, che ribadiscono l’assenza del “timbro” mafioso sull’omicidio, nonostante…

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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-10-29 19:08:47 da Redazione Corriere


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