Onorevole Marco Intravaia, perché entra adesso nel gruppo di Forza Italia all’Ars, dopo uno strappo lungamente consumato con Fratelli d’Italia?
“Perché era il momento giusto, di lunga riflessione, lontano dai clamori e dalle luci della campagna elettorale. Ora è tempo di riprendere il mio cammino in un partito liberista, moderato ed europeista, garantendo un appoggio ancora più saldo al governo Schifani”.
Marco Intravaia, dunque, dopo avere lasciato i meloniani, passa con gli ‘azzurri’. Con lui si registra l’ingresso del deputato regionale Alessandro De Leo.
Un passaggio, onorevole Intravaia, in un contesto movimentato. Le polemiche sulla sanità, con il vertice di maggioranza. Cuffaro che accusa Micciché di avere contratto la ‘Lombardite acuta’…
“Parliamo di alleati che sono leali al governo e lo sono sempre stati”.
La ‘Lombardite’ è un focolaio politico o un’epidemia, secondo lei?
“Non è neanche un focolaio. Conosco il presidente Raffaele Lombardo che è una persona molto seria. Ogni problema rientrerà”.
Lei darà il suo contributo alla serenità?
“Certo, al massimo grado. Forza Italia è la casa in cui sono nato e cresciuto politicamente. Nel 2009, per la prima volta, mi sono candidato al consiglio comunale di Monreale, diventando in seguito assessore. Poi, nel 2017, ho conosciuto Nello Musumeci, sono stato al fianco del presidente, collaborando con lui in Commissione Regionale Antimafia e aderendo al movimento civico ‘Diventerà Bellissima’. Torno in Forza Italia perché ero e resto un moderato”.
E la premier Giorgia Meloni non lo è?
“Ho grande stima e affetto per il miglior presidente del Consiglio che oggi l’Italia possa esprimere. Diciamo che avevo una visione diversa rispetto alla gestione del partito da parte della dirigenza regionale e provinciale che, come è noto, si è palesata alle ultime amministrative. Acqua passata e con tutti loro rimarrà un rapporto di leale e franca collaborazione”.
Chi l’ha accolta nel suo viaggio di ritorno?
“L’interlocutore principale è stato il presidente della Regione, capo della coalizione. Con il presidente Schifani c’era un affettuoso legame pregresso: è stato lui a crescermi politicamente, avevo soltanto quindici anni quando mi sono affacciato sul palcoscenico della politica. La scelta è stata ovviamente condivisa dal leader Antonio Tajani che, come il governatore, sta svolgendo un ottimo lavoro, così come confermano gli ultimi risultati elettorali che mostrano un partito in crescita e sempre più attrattivo”.
Un moderato fra i moderati: si riconosce nella definizione?
“Sì, le mie posizioni sui diritti civili, sul Pride, sullo Ius Scholae sono quelle di Forza Italia. Ma la coalizione è compatta e Forza Italia, come comunità parlamentare più numerosa che esprime il presidente della Regione, ha grandi responsabilità”.
Una caratteristica in comune fra Musumeci e Schifani?
“Hanno entrambi a cuore il bene della Sicilia, con vissuti diversi ma che si compensano: il primo ha alle spalle una grande esperienza da amministratore, l’altro una vasta esperienza parlamentare”.
E non è che si amino molto, a quanto pare…
“Sono ricostruzioni che non corrispondono alla realtà. C’è una leale collaborazione istituzionale”.
Magari lei potrebbe invitarli a prendere un caffè.
“Non c’è bisogno, lo fanno già da soli”.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2024-09-17 06:10:00 da Roberto Puglisi
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