PORTO SANTO STEFANO. Continuavano a pescare nonostante avessero dichiarato il fermo di pesca e prendessero gli indennizzi previsti per il divieto dell’attività. Per questo il comandante e l’armatore dell’imbarcazione sono stati denunciati con l’accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche.
È successo dal 2021 al 2024 e, indagando, la guardia costiera di Porto Santo Stefano ha scoperto che i due avrebbero dichiarato falsamente l’inattività del peschereccio, per accedere ai fondi pubblici destinati a chi durante il periodo di fermo non può lavorare. Così i due hanno ottenuto circa 20mila euro dallo Stato. 10mila euro arano già stati erogati, ma i restanti sono stati bloccati dall’intervento dei militari della guardia costiera.
I militari hanno potuto ricostruire i movimenti e le rotte del peschereccio grazie ai sofisticati sistemi di monitoraggio e localizzazione satellitare. E così hanno scoperto l’incongruenza fra ciò che il comandante e l’armatore avevano dichiarato e gli spostamenti dell’imbarcazione. La barca è stata in mare a pescare per 53 giorni, invece che rimanere ferma nel porto, violando le disposizioni del Ministero.
I fondi destinati al fermo pesca sono un pilastro fondamentale per il sostegno all’attività della pesca e la tutela del mare. Infatti, gli indennizzi servono per provare a trovare un equilibrio fra l’attività di pesca e lo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche. E lo fanno provando ad alleviare l’impatto economico dei pescatori che non possono lavorare in quei giorni.
L’indagine, estesa anche ad altri pescherecci, ha portato alla luce altre irregolarità: sei imbarcazioni hanno pescato nei giorni in cui non potevano. Per loro le multe sono per un importo complessivo di 12mila euro.
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