Pistoia, 470 firme in tre giorni contro il ripetitore in via Salvo D’Acq…

di Stefano Di Cecio

PISTOIA – Prosegue la protesta contro la realizzazione del ripetitore radioelettrico nella zona di via Vivaldi e via Salvo D’Acquisto. Ne hanno parlato questa mattina residenti e non dell’area interessata in una conferenza stampa appositamente convocata, nonostante la pioggia battente. La raccolta firme non è terminata e continuerà nei prossimi giorni. 

Dice Marco “Il terreno su cui stanno lavorando,  è soggetto ad allagarsi ed è per questo che l’area era stata destinata a verde pubblico”. Oltretutto, continua, “il progetto è stato depositato alla fine di luglio e nessuno ne è venuto a conoscenza, trascorso il mese di agosto, alla scadenza del mese di settembre è stato avviato un piccolo cantiere che sembrava tutt’altro, dopo poco, grazie ad un accesso in Comune fatto da uno dei residenti, è emersa la realtà”.

Quello che viene chiesto è un incontro con l’Amministrazione Comunale per capire le scelte fatte riguardo all’area, dice Antonio Sessa, presidente Legambiente Pistoia, che continua “Non si sa che fine ha fatto la mappatura delle aree in cui si possono installare le antenne realizzata una quindicina di anni, è stata messa in un cassetto e non è mai stata discussa da nessuno. Sarebbe invece importante per individuare le zone più sensibili da evitare per la costruzione”.

E’ mancata la partecipazione diretta dei cittadini che tutti i presenti lamentano, “l’Amministrazione dovrebbe porre il cittadino al centro delle proprie scelte strategiche del territorio” dicono i residenti.

Caterina ha due figli che frequentano il plesso scolastico Bertocci di via Vivaldi, è preoccupata, “c’è una materna ed una scuola elementare, questo significa che i bambini ci stanno dalle 8 del mattino alle 4 del pomeriggio, oltre ai capi estivi. Non voglio sembrare una complottista ma preoccupata sì. Non esistono analisi svolte sull’esposizione agli impianti 5G a lungo termine perchè è una tecnologia recente ma da lì a posizionare questi impianti in mezzo alla gente ce ne passa, ricordiamoci cosa è successo con l’amianto”.

Massimo aggiunge che gli anni complessivi in cui i bambini rimarranno nell’istituto è di 8 anni, tre di asilo e cinque di elementari nel periodo in cui sono più fragili.

La loro non è una protesta tout court contro il cantiere, è una protesta/richiesta di dialogo. Carla aggiunge il timore del deprezzamento delle abitazioni non solo “quando è stato chiesto di poter svolgere attività con i cani come quelli da ricerca, ci è stato risposto di no perchè disturbano, le antenne non lo fanno?”.