È una notizia destinata ad aprire nuove prospettive di alleanze politiche continentali, modificando (e non poco) gli scenari futuri del Vecchio Continente: il leader dell’opposizione polacca, ed ex premier, Donald Tusk, dovrebbe diventare domani il nuovo primo ministro di Varsavia. L’uscente, Mateusz Morawiecki, non ha infatti ottenuto la fiducia del Sejm (la Camera bassa del Parlamento nazionale), necessaria per formare un nuovo governo. È la diretta conseguenza del risultato delle politiche di quasi due mesi fa.
Con 266 voti contrari e 190 a favore (nessun astenuto), i parlamentari polacchi hanno bocciato la proposta di governo di Morawiecki, aprendo così la strada alla nascita di un nuovo esecutivo Tusk (l’ex presidente del Consiglio europeo era già stato capo del governo tra il 2007 e il 2014). Indicato come candidato premier da quattro partiti filoeuropei, che hanno ottenuto la maggioranza alle elezioni del 15 ottobre scorso, Donald Tusk dovrebbe ricevere a breve l’incarico di formare un nuovo esecutivo. La Coalizione Civica, insieme ai partiti della Terza Via e della Sinistra, controlla 248 seggi su 460. I nazionalisti del PiS, pur essendo arrivati primi con 194 seggi, non sono riusciti a conquistare la maggioranza assoluta.
La Costituzione nazionale stabilisce che la Camera bassa (ora perlopiù pro-Unione europea), nel caso di bocciatura del premier indicato dal presidente della Repubblica, debba procedere a indicare il successore con un voto espresso dai deputati. Proprio quello che è successo oggi, dopo che il capo dello Stato, Andrzej Duda, alleato del PiS, aveva indicato Morawiecki come candidato premier.
Il primo ministro polacco uscente Morawiecki parla al Sejm
Il voto politico di ottobre: vittoria (relativa) del PiS, vittoria effettiva della Coalizione civica. Un po’ come in Spagna
Nell’ultima tornata elettorale, il partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), pur essendo arrivato primo col 35,38% dei suffragi, non ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi del Sejm ma solo quella relativa. Parallelamente, il responso delle urne ha assegnato la vittoria indiretta alla Coalizione civica e ad altri movimenti moderati, di centrodestra e centrosinistra, fortemente filoeuropei. Tra gli impegni sottoscritti da queste forze con gli elettori, c’erano la fine dello scontro con l’Unione europea e l’attuazione di riforme liberali.
Quello che è successo in Polonia ricorda in parte quanto accaduto negli ultimi mesi in Spagna: poche settimane fa il voto delle Cortes ha confermato alla guida del governo il socialista Pedro Sanchez all’indomani dell’accordo del Psoe con gli indipendentisti catalani di Junts, consentendo al premier uscente di Madrid di “restare in sella”. E ciò nonostante il Partito socialista non sia arrivato primo alle elezioni politiche dello scorso luglio, che avevano registrato la vittoria (relativa) del Partito popolare.
I riflessi sulle prossime elezioni europee
In Polonia, la compagine di destra, al governo da otto anni, in questi anni è stata molto critica nei confronti del vertice europeo, insofferente ai “dettami” di Bruxelles. Per questo, come si diceva più sopra, il risultato di oggi è destinato ad avere conseguenze importanti nei prossimi mesi. Tutto ciò accade inoltre a pochi mesi dalle prossime elezioni europee per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo e il cambio dei vertici di Bruxelles.
La nomina ufficiale di Tusk dovrebbe arrivare domani, quando l’ex presidente del Consiglio europeo (2014-2019) si presenterà in Parlamento per ottenere la fiducia ed entrare in carica già mercoledì. Tusk potrebbe quindi recarsi al vertice dei leader dell’Ue previsto per giovedì e venerdì prossimi. “Pronti, partenza, via” ha scritto in mattinata lo stesso Tusk in un post su X.
www.rainews.it è stato pubblicato il 2023-12-11 17:51:00 da
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