Porto, le crociere sperano nell’emendamento al decreto Ambiente. Lsct è pronta ad affidare la gara per il Ravano: si attende la fine della bonifica bellica



“Il prossimo anno sarà quello dei dragaggi”. Lo ha detto Gian Luca Agostinelli, presidente dell’International Propeller Club Ports of La Spezia and Marina di Carrara, concludendo i lavori della seconda mattina di “A bridge to Africa”. Parole che suonano come un auspicio per gli operatori portuali spezzini, sia per quelli del mercato crocieristico che per quelli che sono maggiormente legati al più tradizionale traffico di merci.
Il tema, non a caso, era stato affrontato a più riprese nel corso dei conciliaboli e delle interviste a margine del convegno rilasciate da operatori ed esponenti delle istituzioni.

In primis con il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, che ha inserito i dragaggi tra gli investimenti che hanno accumulato ritardo nel porto spezzino.
“E’ un tema che stiamo approfondendo anche attraverso il decreto Ambiente per consentire anche alla Spezia lo svolgimento dei dragaggi, uno dei grandi temi irrisolti nel Paese. Bisogna procedere con un adeguamento complessivo delle norme dei dragaggi a livello nazionale”, ha spiegato il viceministro facendo riferimento alla proposta di allargare anche al porto della Spezia le deroghe che il recente decreto Ambiente ha disposto per il piano di riempimento dei cassoni della nuova diga foranea di Genova.
E se l’emendamento passerà l’esame delle Camere in tempi brevi la sua entrata in vigore potrà dare una forte spinta verso la soluzione del problema del mancato spianamento del fondale in prossimità del primo bacino portuale, col rischio che, iniziando le operazioni di immersione dei cassoni per la realizzazione del nuovo molo crociere, si arrivi a rendere impossibile l’attracco delle grandi navi da crociera a partire dalla prossima primavera.
“Da questo punto di vista – ha illustrato Rixi – vorrebbe dire riuscire a ridurre i tempi. Ovviamente le terre vanno caratterizzate, ma invece di essere portate in discarica o nelle casse di colmata, potranno essere utilizzate come materiale per la realizzazione della diga. Non c’è nessuna volontà di aggiramento delle norme, ma una semplificazione del processo, perché uno dei problemi maggiori quando si effettuano i dragaggi è dove portare il materiale, anche qualora non ci sia rilevanza dal punto di vista ambientale, come ci aspettiamo nel caso spezzino”.

Dal parlamento potrebbe dunque arrivare un aiuto per sbloccare una situazione che nei giorni scorsi era apparsa particolarmente ingarbugliata, ma che nelle ultime ore ha registrato anche altri passi in avanti.
E’ stato infatti concordato che presto verrà convocato un tavolo permanente sul tema dei dragaggi nel golfo e l’Adsp ha comunicato alle compagnie di crociera di aver accettato la richiesta di svolgere una simulazione di manovra che tenga conto delle dimensioni delle navi, delle condizioni del vento e del mare, nel contesto della soluzione progettuale prospettata nell’ultimo incontro, e che sino a quando non sarà chiaro l’esito di questo approfondimento tecnico non si procederà all’immersione di alcun cassone nello specchio acqueo antistante Calata Paita.

Al tavolo sui dragaggi, anche se non dall’inizio, sederà anche Lsct, direttamente interessata dal tema per quel che riguarda l’ormai prossimo intervento di ampliamento del terminal Ravano nel terzo bacino.
Sulla questione l’amministratore delegato Matthieu Gasselin ha chiarito che per il momento il mancato avvio dei dragaggi (annunciati più di due anni e mezzo fa dall’allora presidente dell’Adsp Mario Sommariva) non rappresenta un problema.
“Siamo pronti ad assegnare la gara per lo svolgimento dei lavori di ampliamento del Ravano, ma stiamo attendendo il certificato dell’avvenuta bonifica bellica da parte dell’Autorità di sistema portuale. Potremmo partire tra gennaio e febbraio del prossimo anno, e non vedo i ritardi nei dragaggi come problema per l’avvio dei lavori: per partire ci serve la conclusione della bonifica bellica. Oltre al Ravano, anche il Molo Fornelli sarà oggetti di rinnovamento e a quel punto ci sarà una riorganizzazione complessiva del nostro terminal: in 5 anni ci sarà un cambiamento radicale”, ha concluso Gasselin.


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www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-11-15 21:49:05 da


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