Genova – Lavorativo, sportivo o sanitario. Sono tre i percorsi più importanti che il Comune di Genova mette a disposizione dei quattrocento minori stranieri non accompagnati che si trovano attualmente in città. A Tursi spetta il secondo step del piano di accoglienza di chi ha meno di 18 anni. Il primo invece è di competenza delle strutture ministeriali del Sistema Sai. Una rete, che a Comune e governo costa 20 milioni di euro all’anno, ancora da migliorare: «Ci stiamo lavorando», dice l’assessore comunale alle Politiche sociali, Lorenza Rosso. Ma che dopo l’emergenza di due anni fa comincia a garantire un’assistenza di livello. L’obiettivo è quello di non imbattersi più in storie come quella di Fahd, che il Secolo XIX ha raccontato alcuni giorni fa: recluso nella struttura detentiva per minori più del dovuto per problemi burocratici (non potevano portarlo all’istituto penale Ferrante Aporti di Torino, ndr), ha…
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www.ilsecoloxix.it è stato pubblicato il 2024-11-14 00:00:00 da Danilo D’Anna
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